"il Lavoro – la Repubblica", 15 gennaio 1999

Di Monica Neri

Come si mantengono le giovani promesse della ricerca? Nel nostro viaggio per trovare una risposta si interrompe la serie dei ritratti di "lavoratori atipici della scienza" (ma riprenderà prossimamente), per presentare alcune iniziative speciali intraprese di recente in questo campo da alcune delle più note organizzazioni nazionali che raccolgono dai privati cittadini fondi per la ricerca.

Queste attività sono particolarmente preziose in un Paese, come il nostro, dove per la ricerca si spende più o meno la metà di quanto si investe nelle altre nazioni industrializzate. Una delle conseguenze è che l’età media del personale inserito stabilmente nella ricerca si alza sempre di più; in alcune istituzioni genovesi, ad esempio, si aggira intorno ai cinquanta anni. Si alza di pari passo anche l’età media di chi è costretto a barcamenarsi tra borse di studio e contratti a termine spesso inadeguati, oppure a emigrare, o ancora a dedicarsi ad altre attività.

Nell’attesa che se ne renda conto lo Stato, le prime ad accorgersene, almeno in campo biomedico, sono appunto alcune delle organizzazioni per la raccolta di fondi. Le loro iniziative non cambiano le cose in maniera sostanziale, visti i numeri per forza di cose esigui, ma danno comunque un segnale forte.

Partirà dunque il primo febbraio il rutilante "Progetto carriere" di Telethon; i finanziamenti per "Nuove unità giovanili" dell’Airc sono invece già attivi da qualche mese, mentre le iniziative della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro ("sorella" dell’Airc) vanno avanti dal ’97.

Già da qualche anno sono state attivate borse particolari, volte a favorire il rientro di italiani dopo esperienze di ricerca all’estero; sono assegnate per realizzare uno specifico progetto di ricerca e offrono uno stipendio appetibile oltre a una certa somma per apparecchiature e materiale di laboratorio. Per esempio, le borse della Firc garantiscono uno stipendio di 100 milioni lordi l’anno per un massimo di 5 anni, e un altro centinaio di milioni per allestire il laboratorio. Nel ’98 ne sono state assegnate quattro (nessuna in Liguria); il bando viene pubblicato in autunno su Nature, prestigiosa rivista molto popolare negli ambienti scientifici di tutto il mondo. Qualcosa di analogo la fa anche Telethon (i bandi dovrebbero uscire nelle prossime settimane).

Sono rivolte invece più all’ambito nazionale le cosiddette "borse Nusug per nuove unità giovanili". Nel 1998, primo anno di istituzione, ne sono state attribuite 6 in tutta Italia (dalla Sicilia a Milano); nessuna delle domande (una ventina) proveniva dalla Liguria. I vincitori sono giovani dai 28 ai 32 anni, che potranno portare avanti una loro ricerca originale "senza dover chiedere niente a nessuno" (se non l’ospitalità in un Istituto), grazie a un finanziamento che può arrivare fino a 360 milioni l’anno per un triennio, tra stipendio e attrezzature.

La novità… "Progetto carriere" di Telethon. Cerca di invertire la tendenza alla fuga dei cervelli e di portare scienziati altamente competitivi (anche non italiani) nel nostro Paese. Il bando è riservato a progetti di ricerca sulle malattie genetiche e si apre il primo febbraio. Il "Progetto" si articola su tre livelli; sono disponibili sette posizioni del livello più basso, due di quello intermedio e una per il più alto ("Telethon scientist"), per cinque anni rinnovabili per altri cinque. Lo stipendio annuale varia da sessanta a centosessanta milioni di lire, mentre il finanziamento per allestire il laboratorio parte da 80 e arriva fino a 500 milioni l’anno.