IRCCS: presente e futuro dalla parte del personale

 

In questi ultimi anni abbiamo già detto tutto sulla realtà degli IRCCS e forse continuiamo a ripeterci :questa non sembra una nota positiva ma purtroppo nonostante il nostro ottimismo e la voglia di continuare pochi segnali permettono di rasserenarci sul futuro.

Riconosciamo che nel "nuovo" corso del Ministero si nota un maggiore interesse per la ricerca di quanto non sia successo in passato; molto è ancora nelle intenzioni e nel nostro quotidiano pochi mutamenti reali sono avvenuti.

I problemi sono cronici e quotidianamente cronicizzati in modo tale da non riuscire a intravvedere una strada chiara e trasparente per il nostro presente e il nostro futuro.

La "stabilizzazione" dei Commissariamenti Straordinari ha portato ad una totale non gestione ne’ programmazione dell’attività degli Istituti, lasciando ogni onere al settore scientifico, non risolvendo quasi in nessun caso le problematiche di fondo con gravi ripercussioni sull’attività degli Istituti e sullo stato del personale.

La legge ,che tutti gli operatori degli IRCCS considerano l’unica possibilità per un concreto cambiamento e per una decisa svolta, è ancora in discussione nelle Commissioni alla Camera e anche se ormai ha raggiunto una forma accettabile con alcune precisazioni, non è ancora giunta al traguardo.

Questo effettivo vuoto legislativo ha generato una situazione di sospensione e di attesa in cui emergono più pesantemente le difficoltà quotidiane in un settore come la ricerca che richiede rapidità di interventi, fluidità gestionale, massimo adeguamento alle nuove tecnologie e massimo snellimento burocratico.

La mancata inequivocabile definizione di alcune norme inerenti il personale, come l’identico trattamento per operatori che svolgono attività affine e comparabile nella ricerca al di là delle aree di appartenenza e l’adeguato inserimento del personale non strutturato, presente in modo massiccio nei nostri istituti ,crea discriminazioni all’interno degli stessi IRCCS e pesanti svantaggi rispetto agli operatori del restante mondo della Sanità.

Non sono ancora stati definiti nuovi regolamenti che normino le modalità di finanziamento, come d’altronde anche previsto dal DL 59/96, in modo tale da evitare sprechi di denaro pubblico in interessi passivi e da indurre una maggiore serenità e certezza di investimenti e di gestione.

Sul lato contrattuale, al di la’ di quanto proposto nella piattaforma presentata da CGIL-CISL-UIL per il rinnovo del contratto della Sanità, non si è ancora giunti ad una chiara definizione di come potrà essere il protocollo aggiuntivo al CNL ,che deve puntualizzare ciò che nella Legge di riordino degli IRCCS e nella Bassanini si prevede debba essere normato da contratto in funzione delle specificità presenti.

Non è neppure ancora chiaro, dopo decenni di attività, chi abbia in carico i circa 4.000 addetti con varie qualifiche alla ricerca sperimentale ,direttamente finanziati dal Ministero della Sanità ,a cui da sempre è applicato il contratto della Sanità e a chi competa la corresponsione degli oneri contrattuali aggiuntivi. Questa situazione ha creato disparità e problemi nell’applicazione del precedente contratto come nel caso delle risorse aggiuntive regionali .

Troppe volte si è discusso in questi anni di queste problematiche per non avere ancora trovato una soluzione ne’ una sede idonea di discussione;è auspicabile che questi punti vengano urgentemente affrontati prima dell’applicazione del prossimo contratto.

Per tutti i motivi sopraesposti, mi auguro che questa sintetica nota sul bollettino possa servire come momento di riflessione per tutti: per noi operatori, per i nostri dirigenti ,per il Ministro e il suo staff e non risulti semplicemente come un amaro sfogo né tantomeno come un’atto di rinuncia.

La potenzialità della filosofia degli IRCCS e delle sue applicazioni è tale da superare comunque ogni ostacolo come d’altronde dimostrato in questi anni di attività e dai risultati ottenuti in ogni settore.

L’ottimizzazione e la razionalizzazione delle risorse è ancora lontana da realizzarsi per i problemi citati precedentemente, ma a nostro parere richiederebbe uno sforzo minimo programmatorio e nessun aggravio di bilancio.

Una adeguata selezione delle strutture che rispondano realmente ai criteri ed alle esigenze di un’attività di ricerca sperimentale e clinica è indispensabile per la crescita degli IRCCS e forse per la loro sopravvivenza nel complesso ,considerando la limitatezza delle risorse e la lievitazione del numero degli Istituti stessi .

Come detto in apertura, l’interesse dimostrato in varie occasioni dal Ministro ,soprattutto in sede programmatoria, ci fa sperare in un futuro per il nostro settore e apre la via alla concretizzazione e alla realizzazione di ciò che noi auspichiamo per gli IRCCS.

Al di là dei risultati scientifici puri , l’obiettivo del lavoro svolto dall’operatore di un istituto scientifico è avere un peso reale e concreto sul territorio,in cui la valenza nazionale e internazionale degli Istituti possa esprimersi nell’ambito della programmazione regionale ,considerando gli IRCCS come punto di eccellenza e di consultazione per le ASL e strutture locali : altrimenti è più gratificante ed utile per la collettivtià una seria attività all’interno di ospedale o ASL senza altre velleità.

Resta il compito più difficile : la vera realizzazione di tutto ciò e non soltanto nel campo puramente assistenziale ,in cui forse si è già raggiunto un buon grado di interazione ,ma soprattutto nel campo della prevenzione ,della formazione e dell’informazione.

Ovviamente a ciò si può giungere solo ed esclusivamente con il comune sforzo di tutte le parti coinvolte ,ma per raggiungere l’obiettivo prefissato è indispensabile la massima attenzione e tempi rapidi da parte del Ministro e del Governo per normare ciò che possa dagli altri attori essere realizzato.
 
 
 
 
 
 

Daniela Vecchio

Dirigente di I livello -Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro -Genova

Presidente CD ligure -FEDERAZIONE FORMAZIONE e RICERCA CGIL
 
 

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