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Comunicato Stampa del 31 maggio 2006 La Polizia Penitenziaria rifiuta le strumentalizzazioni
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In questi ultimi giorni diverse sono state le dichiarazioni e gli articoli pubblicati dagli organi di stampa che, direttamente o indirettamente, chiamano in causa il DAP e Il Corpo di Polizia Penitenziaria su questioni che potrebbero indurre l’opinione pubblica a maturare un’idea sbagliata delle attribuzioni istituzionali, fissate per legge, e dei gravosissimi compiti assicurati, con grande senso di responsabilità, professionalità e rischio dagli appartenenti al Corpo. CGIL FP – CISL FP Penitenziario - UIL PA Penitenziari - OSAPP - USPP – SIAPPE, che rappresentano la stragrande maggioranza del Personale penitenziario, infatti, manifestano il motivato timore che la tendenza a soffermarsi esclusivamente su singoli aspetti della gestione del carcere possa allontanare l’opinione pubblica dalle reali emergenze del sistema penitenziario, disconoscendo la rilevanza strategica e funzionale dei 44.000 uomini e donne della Polizia Penitenziaria quali risorsa qualificata al servizio del Paese nelle attività di risocializzazione e di reinserimento dei detenuti come nel contrasto alla varie forme di criminalità, più o meno organizzata, che affliggono la Collettività nazionale. Tali attività, che la Polizia Penitenziaria da sempre svolge, non comprendono esclusivamente gli aspetti custodiali interni alle carceri, ma riguardano anche le indagini e la raccolta di informazioni in strettissimo rapporto con le altre Forze di Polizia e sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria. Per quanto concerne le vicende di stretta attualità, le Organizzazioni Sindacali, acchè sia posto definitivo argine a dubbi e illazioni nei confronti dell’operato della Polizia Penitenziaria, ritengono irrinunciabile che le Istituzioni preposte pongano in essere, attraverso i necessari strumenti normativi e di regolamentazione, le iniziative sottese al pieno riconoscimento delle molteplici incombenze, tra cui le attività di Polizia Giudiziaria, che già legittimamente il Personale è chiamato a svolgere all’interno e all’esterno degli istituti penitenziari italiani. Per tale ragioni, il necessario processo di riorganizzazione complessiva del sistema penitenziario ,che da anni le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria richiedono a gran voce, non può prescindere da un immediato confronto con il Ministro della Giustizia , al fine di offrire ,alle scriventi OO.SS., chiarimenti in ordine alle notizie diffuse dagli organi di stampa, anche a tutela del personale interessato, e per individuare soluzioni concrete e capaci di rispondere alle esigenze di professionalità, di funzionalità e di totale trasparenza anche in materia di organizzazione dei servizi istituzionali.
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