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COMUNICATO UNITARIO |
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Apertura nuovo reparto Paraplegici e raddoppio dei reparti del C.D.T.-
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Roma, 26 aprile 2005
Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Pres. Giovanni TINEBRA e,p.c. Sen. Roberto CASTELLI Ministro della Giustizia
Signor Presidente,
le scriventi OO.SS. sono venute a conoscenza del provvedimento recentemente varato dal DAP che impone l’apertura, addirittura entro il prossimo 30 aprile, di un nuovo reparto detentivo presso l’istituto penitenziario di Parma, complessivamente dedicato alla degenza dei detenuti disabili, ordinari e sottoposti alla misura restrittiva di cui all’art. 41/bis O.P., che comporterà anche il raddoppio dei reparti C.D.T.
Un apertura che non può essere assolutamente sostenuta dal solo personale già in servizio, per altro disposta senza il coinvolgimento preventivo delle OO.SS. del personale, sintomo di un sistema di relazioni sindacali che va deteriorando sempre più.
Nel merito, stante l’attuale difficile situazione, riteniamo si tratti di una disposizione non condivisibile, che interviene, a giudizio di CGIL-CISL e UIL, in un contesto già gravemente compromesso, sicuramente riconducibile alla fortissima carenza di personale, circa 150 unità in meno rispetto all’organico fissato dal D.M. 8 febbraio 2001, e all’aumento spropositato di utenza detenuta, allo stato attuale circa il doppio di quella prevista (650 detenuti).
Siamo in presenza di dati certi, incontrovertibili, che dovrebbero suggerire al DAP un’analisi attenta e ponderata della questione, non certo un provvedimento unilaterale e perentorio che rischia di far venir meno le necessarie condizioni di sicurezza, sociale innanzi tutto, ma anche quelle necessarie a salvaguardare l’incolumità del personale penitenziario operante.
CGIL-CISL e UIL reputano, inoltre, assolutamente insufficiente e generica l’indicazione data nell’occasione alla Direzione Generale del Personale, con la quale si “auspica” un intervento sull’organico dell’istituto di Parma. Troppo comodo scaricare sulle spalle dei lavoratori, che invero già ora lavorano in condizioni assolutamente precarie, disagiate, spesso costretti a rinunciare ai diritti contrattualmente stabiliti, in assenza di uno specifico investimento che realizzi le condizioni necessarie all’adeguamento dei mezzi e degli strumenti tecnologici occorrenti, delle risorse economiche e umane, la responsabilità di un progetto così ambizioso.
Una pessima scelta, quindi, a giudizio delle scriventi OO.SS., stando alle condizioni imposte dal provvedimento, che peraltro segue quelle già operate sull’intero territorio nazionale, nel quale paradossalmente continuano ad essere inaugurate nuove carceri, nuove sezioni, ma non la capacità di individuare soluzioni funzionali per quelli più vecchi e obsoleti, affollati fino all’inverosimile, grazie anche agli effetti prodotti dalla legge Bossi-Fini, oltre che dalla consistente riduzione imposta agli spazi occupabili dai detenuti nelle celle che determina, tra l’altro, l’individuazione di nuovi posti.
Crescono le tensioni nelle persone detenute, sovente inopinatamente manifestate, secondo quanto appreso, per l’assenza di farmaci e/o beni di prima necessità, crescono i suicidi in carcere, moltissimi dei quali evitati dai poliziotti penitenziari, e le evasioni, parecchie sventate in corso d’opera dai pochi operatori presenti, in strutture che spesso non dispongono neppure di funzionanti sistemi di sorveglianza e antiscavalcamento (mancano i fondi per la manutenzione…).
Di contro, aumentano a dismisura i carichi di lavoro, anche straordinario, e i compiti affidati alla professionalità della Polizia penitenziaria, senza che vengano assunti i necessari provvedimenti tesi ad un sensibile aumento degli organici, ormai non più rinviabile. CGIL CISL e UIL ritengono non più sostenibile, inoltre, l’atteggiamento che questa Amministrazione manifesta nel disporre il continuo distacco e/o assegnazione di personale di Polizia penitenziaria negli uffici del Ministero della Giustizia.
Sono almeno 4 anni che le scriventi OO.SS. chiedono l’apertura di un confronto sugli organici della Polizia penitenziaria definiti dal D.M. 8 febbraio 2001. Ad oggi, però, non un solo incontro è stato ancora convocato sul tema da codest’Amministrazione, che tra l’altro ben conosce la realtà descritta. Così non si può più andare avanti.
CGIL – CISL e UIL Le chiedono, quindi, per quanto attiene l’apertura della sezione nel carcere di Parma, di farsi carico della drammatica situazione e conseguentemente disporre, con urgenza, la sospensione del provvedimento annunciato e/o, in alternativa, l’invio immediato di un adeguato numero di poliziotti appartenenti al GOM, atteso che il predetto istituto, tra l’altro, risulta l’unico, su tutto il territorio nazionale, a detenere persone sottoposte all’art. 41/bis O.P. con proprio personale.
Sulla questione, le scriventi segreterie nazionali nei prossimi giorni stabiliranno, insieme alle proprie strutture regionali e territoriali dell’Emilia, le eventuali iniziative di protesta e mobilitazione da adottare qualora si concretizzi, in assenza dei necessari presupposti, l’iniziativa assunta dal Dipartimento.
Per quanto concerne, invece, la questione degli organici, unitamente agli altri temi indicati nella lettera inviata al Ministro, l’immediato avvio dell’esame congiunto, come da Lei personalmente garantito con la nota di riscontro. Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
Cordiali saluti.
FP CGIL CISL FPS UIL PA Francesco Quinti Marco Mammucari Massimo Tesei
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