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COMUNICATO UNITARIO |
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F.E.S.I. 2004.
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Roma 20 maggio 2005
Alle Strutture regionali e territoriali Ai Delegati e iscritti Polizia penitenziaria
Il giorno 18 maggio 2005, si è tenuta presso il DAP una riunione per il FESI 2004. Una convocazione giunta con un anno esatto di ritardo, rispetto a quanto chiesto da CGIL, CISL, UIL con la nota unitaria del 1 giugno 2004, ed a due mesi dalla nota unitaria del 24 marzo 2005, che contestava le procedure di rilevamento avviate dalla Direzione Generale del Personale chiedendo un’immediata convocazione tesa soprattutto a rivedere i criteri previsti nell’accordo per il FESI 2004 e superare i conflitti interpretativi segnalati da tutte le strutture territoriali già all’indomani della sottoscrizione dell’ANQ. CGIL- CISL- UIL sulla base di quelle segnalazioni, fin da giugno 2004, peraltro anche con note delle singole Organizzazioni, sollecitavano un incontro per individuare soluzioni utili ad incontrare anche le esigenze manifestate da quel personale che, stando all’attuale asettica applicazione dell’accordo, rimarrebbe penalizzato nella distribuzione del fondo per la mancata effettuazione dei turni minimi previsti dall’accordo, addirittura in alcuni casi indipendentemente dalla propria volontà. In particolare, si fa riferimento a quegli operatori parimenti impiegati in compiti operativi che non avendo effettuato i predetti turni non avrebbero avuto accesso al fondo (N.T.P.- matricola - posti fissi in genere). Di fatto, quindi, una consistente parte di personale in servizio presso gli istituti e servizi penitenziari, pur non avendo alcuna responsabilità al riguardo, secondo quella impostazione per noi inaccettabile, sarebbe completamente escluso dal Fondo. In apertura di riunione, l’Amministrazione ha prodotto tre ipotesi di ripartizione dei fondi disponibili sui capitoli di bilancio, riassunte in tabelle: una relativa al 2004, una per il 2005 ed una terza che sommerebbe i fondi 2004 e 2005 (ben più consistenti di quelli assegnati per quest’anno). La terza ipotesi, quella sostanzialmente più condivisa, consentirebbe di avere maggiori risorse da distribuire equamente e individualmente per gli anni 2004 e 2005, peraltro confermando quanto già fatto per gli anni 2002/2003 (grazie alla manifestazione nazionale svolta dalle scriventi OO.SS.), assecondando anche le istanze avanzate dal personale appartenente agli N.T.P. e alle Matricole. Su quella ipotesi, e su quel ragionamento, CGIL- CISL e UIL hanno chiesto all’Amministrazione di acquisire ulteriori dati dal territorio. Quest’ultima, pur esprimendo perplessità, ha accettato il confronto dichiarandosi disponibile ad una rilevazione ulteriore e ad un successivo confronto sulla ripartizione delle somme disponibili da tenere entro i prossimi 15 giorni. Alquanto curiosi, invece, sono stati, a nostro avviso, gli irrigidimenti delle altre OO.SS. presenti al tavolo che, ad eccezione dell’OSAPP, si sono addirittura dichiarate pronte a sottoscrivere, seduta stante, l’Accordo del 2004, salvo poi rimanere di stucco quando l’Amministrazione stessa ha precisato che non c’era alcun accordo da sottoscrivere perché non si era ancora sviluppato il confronto sulle cifre da riconoscere per ciascuna delle fattispecie previste nell’Accordo sul FESI 2004 e, soprattutto, non c’erano ancora i relativi fondi in cassa. Dimenticavano, infatti, SAPPE, FSA e SINAPPE, che la riunione era stata convocata dall’Amministrazione proprio per determinare gli importi per ogni fattispecie del FESI 2004. Nelle “caratteristiche” dichiarazioni d’intenti, abbiamo sentito dire che CGIL, CISL, UIL miravano a “ridurre” gli importi a coloro che ricadevano nelle fattispecie dell’Accordo e che “loro” non avrebbero acconsentito a ridurre “neanche di un centesimo” le somme previste. Quali somme? Già! bella domanda. Nell’accordo non sono previsti gli importi! Si fa presto, ed è pure molto comodo, tentare di strumentalizzare le posizioni assunte nell’occasione da CGIL-CISL e UIL, che non vogliono assolutamente far diminuire di un euro le somme già percepite per gli anni 2002/2003 dal personale, oltretutto non presentando proposte, ma spieghino quelle OO.SS. ai loro rappresentati, pure presenti nei predetti servizi che non si vogliono ammettere al Fondo, perché rifiutare di approfondire gli aspetti che allo stato attuale determinerebbero inaccettabili disparità di trattamento tra operatori che, in ogni caso, risultano essere quotidianamente impegnati in compiti egualmente operativi? Perché subire “l’imposizione” delle Direzioni che stanno eludendo gli accordi decentrati, pressoché non sottoscritti ovunque, lasciando immutata l’organizzazione dei turni impostata su criteri non afferenti la realtà operativa e rischiando di far perdere soldi ai lavoratori? Perché lasciare aprioristicamente che il personale operante nelle Matricole e nei Nuclei resti escluso dal Fondo, quando invece, a seguito della ricognizione chiesta, e quindi di un ragionamento più complessivo, potrebbe anche essere compreso? A causa della insufficienza dei fondi? Non è possibile. Di fronte a questioni e ragioni che riguardano l’omogeneità di trattamento e le pari opportunità nel lavoro, CGIL – CISL e UIL non nascondono la testa sotto la sabbia per ignorare le disparità che sicuramente si determinerebbero applicando quell’accordo – come appunto fanno taluni -, ma responsabilmente affrontano il problema e ne valutano tutti gli aspetti, nessuno escluso. A fronte di questa chiara e trasparente assunzione di responsabilità, invece, quanto mai sospetta è la fretta, o meglio la smania, evidenziata l’altra sera da SAPPE, FSA e SINAPPE, di “chiudere” l’Accordo e tacciare come inattuabili le richieste avanzate da CGIL- CISL e UIL, quando le somme non sono ancora nella disponibilità di cassa del DAP e, per giunta, il medesimo non è in condizione di sapere quando il Ministero del tesoro le renderà disponibili. La vicenda ci rimanda, con le dovute proporzioni, a quanto verificatosi in occasione della “preintesa preelettorale” scaturita in occasione del rinnovo del biennio economico 2004/2005, sottoscritta solo da alcune OO.SS. autonome. Anche allora c’era una sospetta fretta di “chiudere” un Accordo che, guarda caso, ha poi visto, come avevamo predetto, i poliziotti attendere ancora 10 mesi prima di vedere gli aumenti in busta paga. L’unico “beneficiario” di quella fretta, però, come certo ricorderete, fu il Governo, che prima della tornata elettorale per le elezioni Europee non esitò ad esibire il trofeo del (magro)rinnovo del contratto economico biennale per il “Comparto Sicurezza”. L’Amministrazione non partecipa a tornate elettorali, non ha la disponibilità dei Fondi necessari per corrispondere il FESI 2004, si dichiara disponibile a valutare i costi che comporterebbe ripristinare condizioni di parità di trattamento per il personale, e proprio parte delle OO.SS. rifiuta tale ipotesi? Davvero inquietante. Allora, è forse il caso di rivolgere la domanda al personale che ne rimarrebbe escluso.Magari ricordando ciò che il Segretario del “più grande sindacato della Polizia penitenziaria” ha affermato nel corso della riunione, e cioè: “Se lo dice il cartello CGIL, CISL, UIL, sono contrario a prescindere”. Anche buttando a mare i propri iscritti che ricadono nelle condizioni che CGIL, CISL, UIL vogliono tutelare? Magari sarebbe curioso estendere la domanda anche agli iscritti di FSA e SINAPPE, solidali con il SAPPE... Per quanto ci riguarda, lavoreremo con la consueta serietà e grande impegno per giungere in tempi brevissimi alla conclusione dell’accordo, che ovviamente auspichiamo possa essere soddisfacente per tutti i poliziotti penitenziari, non solo per una parte, e portare quanto prima nelle loro tasche i soldi che certamente si sono guadagnati lavorando tanto e in condizioni di estremo disagio, sempre garantendo grande senso di responsabilità e notevole capacità professionale. Vi terremo costantemente informati dell’evolversi della vicenda. Cordiali saluti
FP CGIL FPS CISL PENITENZIARIO UIL PA PENITENZIARI F.Quinti M.Mammucari M.Tesei
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