CGIL FP - CISL FPS GIUSTIZIA - UIL PA Penitenziario | ||||||
Roma 14 giugno 2004
Al Ministro della Giustizia Sen. Roberto CASTELLI Al Capo del Dipartimento Pres. Giovanni Tinebra
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Al Ministro della Giustizia.
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sig. Ministro, per elencarLe i problemi che affliggono il personale di Polizia penitenziaria, in servizio nelle realtà penitenziarie del centro e del nord del Paese, dovremmo dilungarci con una elencazione interminabile di situazioni.
La S.V. è sicuramente a conoscenza delle iniziative di mobilitazione che, giorno dopo giorno, si moltiplicano nelle varie regioni; dal Piemonte al Veneto, dalla Toscana alla Lombardia, dall’Emilia Romagna alla Liguria fino alle Marche mettendo in conto quelle che prossimamente riguarderanno anche le realtà del Lazio.
E’ un malessere diffuso tanto più preoccupante perché investe le Donne e gli Uomini che indossano la divisa del Corpo di polizia penitenziaria, stanchi di subire e di dover rispondere solo in termini di sacrifici, personali e familiari.
Un livello di disorganizzazione generalizzata - sig. ministro Castelli - che rende ancor più grave la sensazione di abbandono con cui convivono in strutture penitenziarie difficili.
Le realtà penitenziarie di quell’area del Paese in cui stanno garantendo, con estrema difficoltà, la legalità ed il rispetto del mandato istituzionale affidato al Ministero della Giustizia. Luoghi dove si compendia, anche se misconosciuta nel sentire collettivo, l’esigenza di tutela collettiva della nostra società, in tema di sicurezza sociale.
I cittadini, però, non conoscono a quale prezzo questo avvenga. Un prezzo fatto di sacrifici, soprusi, minacce ed aggressioni sempre più frequenti che ledono ed umiliano la dignità personale degli operatori, siano essi poliziotti o personale amministrativo. Ma non solo. Pensi alle prestazioni rese e non retribuite a causa dei ritardati pagamenti. Pensi sig. Ministro a tutti coloro che quotidianamente garantiscono l’espletamento del servizio Traduzioni e Piantonamenti detenuti, costretti ad anticipare di tasca propria, le spese di missione fuori sede ed attendono fino ad un anno per vedersi restituite le somme anticipate sottraendole alle proprie famiglie.
Pensi sig. Ministro alla totale assenza di interventi a sostegno dell’edilizia per il personale che, assegnato nelle sedi penitenziarie del nord – lontano dai loro luoghi di origine – non riesce ad organizzarsi una vita dignitosa in quelle città; costretto a scegliere se lavorare per “ingrassare” qualche affittuario di alloggi o se dividere, talvolta anche irrimediabilmente, il proprio nucleo familiare.
Come non ricordarLe, poi, le responsabilità di cui debbono farsi carico, costretti ad operare in turni di lavoro stressanti e ripetuti, con promiscuità di più incarichi imposti per sopperire alle gravissime carenze degli organici e come una tale situazione non offra alcuna speranza di mobilità per un futuro riavvicinamento ai propri nuclei familiari. Una situazione che li costringe, quindi, ad essere vittime di un fenomeno – quello del pendolarismo – sempre più diffuso ed anch’esso poco agevolato economicamente, perciò oneroso per i bilanci familiari. Situazioni che troverebbero una risposta, immediata, se venisse rispettato l’impegno formale del Governo, assunto dal Vice Presidente del Consiglio, On. Fini, che contestualmente all’apertura della trattativa per il rinnovo contrattuale del biennio economico 2004 - 2005 delle Forze di Polizia, ha riconosciuto la necessità di procedere all’assunzione urgente di personale di Polizia Penitenziaria.
Per fare questo serve sbloccare quanto previsto dalla Legge Finanziaria, relativamente all’assunzione di circa 2.700 Agenti da reclutare tra gli ausiliari e tra quelli congedati da altre FF. AA.. Personale praticamente già disponibile – debitamente preparato e formato – che potrebbe diventare operativo in tempi rapidissimi non essendo necessarie le interminabili procedure concorsuali.
Basta che il Governo, di cui la S.V. è autorevole esponente, rispetti l’impegno assunto con la Legge Finanziaria. Nel momento attuale, un intervento - risolutivo da parte della S.V. - risulta ormai non più rinviabile.
Nei prossimi giorni sono programmati alcuni incontri al DAP per affrontare i problemi della Lombardia e della Toscana.
Questioni annose e, purtroppo, ben note perché scaturiscono da una sola questione: la carenza di organico. Il personale di quelle regioni, per mezzo dei propri rappresentanti sindacali ed perfetta simbiosi con le Segreterie nazionali, stanno tentando di far emergere in maniera inoppugnabile quei sacrifici e quelle difficoltà che abbiamo su esposto. Naturale che su quelle riunioni, che per la Lombardia non rappresentano una novità, si carichino le aspettative del personale. Altrettanto naturale che, vista la causa, ben poche soluzioni immediate potranno alleviare i disagi. Altre questioni territoriali premono per essere affrontate e auspicano il confronto in sede centrale. Siamo, perciò, consapevoli che non potremo continuare all’infinito ad affrontare i problemi del sistema penitenziario con discussioni parziali, che riguardano singoli ambiti territoriali e che rischiano di produrre solo interventi “tampone”, che non sono utili ad un serio rilancio del settore e - soprattutto - non risolvono i problemi dei Poliziotti.
Chiediamo pertanto a Lei Ministro Castelli, subito dopo le citate riunioni, in cui sarà possibile sviscerare le particolarità territoriali che determinano il disagio, di voler convocare una riunione per affrontare le questioni in maniera più complessiva, per individuare, possibilmente insieme, le soluzioni migliori per superare questo difficilissimo momento.
Si rimane in attesa di riscontro. Distinti saluti.
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