Prot.n. CS 64/2007 del  01.03.2007

 

 

 

Al Capo del Dipartimento A.P. Pres. Ettore Ferrara

Al Ministro della Giustizia Sen. Clemente Mastella

Al Sottosegretario al Ministero Giustizia On. Luigi Manconi

Al Vice Capo del Dipartimento A.P. Dr. Di Somma

Al Vice Capo del Dipartimento A.P. Dr. D'Alterio

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione Dr. Massimo De Pascalis

All’Ufficio del Capo del Dipartimento Servizio per le Relazioni Sindacali Dr.ssa Pierina Conte

Alle Segreterie regionali e comprensoriali FP Cgil

Ai Delegati ed iscritti FP CGIL Polizia penitenziaria

 

 

                         Trasferimento di un ispettore di Polizia penitenziaria.

 

  

 

 

Egregio Presidente,

 

la Sua recente nomina a Capo del Dipartimento aveva comprensibilmente generato nel personale di Polizia penitenziaria dipendente, e perché no anche in talune delle rappresentanze sindacali che lo rappresentano, delle aspettative molto forti di discontinuità e cambiamento radicale dell’amministrazione penitenziaria, nella maggior parte dei casi giustificate – a giudizio della Fp Cgil - dal pessimo andamento registrato nel corso degli ultimi anni, in altre dalla disgraziata assenza di garanzie di rispetto delle norme vigenti e, soprattutto, dei diritti individuali costituzionalmente e contrattualmente stabiliti per il personale dipendente, spesso irrazionalmente negati agli operatori nel vicino passato.

 

Con il Suo avvento, si confidava sostanzialmente in un deciso, netto cambio di rotta nella conduzione di una Amministrazione che nel suo complesso, e a tutti i suoi livelli di maggiore responsabilità, manifestava concreti limiti di gestione, disorganizzazione diffusa, assenza di trasparenza, e marginalizzazione delle relazioni sindacali.

 

Sappiamo perfettamente che la strada di rinnovamento avviata è impervia, complessa, e che richiede notevoli sforzi, oltre che il tempo necessario a realizzarla, ne siamo assolutamente persuasi, e in questo senso molto apprezzati sono stati dalla Fp Cgil i primi provvedimenti assunti da codesta amministrazione centrale, in particolare quelli che sostengono la necessità – assolutamente condivisa da questa O.S. - di riaffermare il ruolo centrale delle relazioni sindacali.

 

Al rispetto delle quali vanno certamente conferite, però, e non solo a parole, se si intende realmente investire sul sistema di partecipazione sindacale, garanzie di rispetto anche nel governo dell’azione istituzionale quotidiana, quella – per intenderci – che in particolare regola i processi decisionali interni di codesta amministrazione sulla base degli accordi sottoscritti con le rappresentanze sindacali del personale sul tema della mobilità ordinaria del personale di Polizia penitenziaria.

 

Apprendiamo in queste ore dell’esistenza di un provvedimento di trasferimento disposto da codesta amministrazione – pare a richiesta dell’interessato - nei confronti di un ispettore di Polizia penitenziaria già distaccato dalla Casa di reclusione di Milano Bollate al Ministero di Grazia e Giustizia, allo stato con incarico di comandante del reparto, inopinatamente destinato alla Scuola di formazione e aggiornamento di Via di Brava a Roma in barba alle regole imposte dal vigente Provvedimento del Capo del Dipartimento del 5 maggio 1999, fatto valere – al contrario - per tutto il restante personale.

 

La Fp Cgil protesta, signor Presidente, perché considera quel provvedimento illegittimo, iniquo e inaccettabile, perché viola palesemente i principi ispiratori stabiliti dalla norma pattizia e, soprattutto, perché sovverte quelli di pari opportunità sanciti dalla carta costituzionale e dalla normativa contrattuale.

 

Se le regole esistono, come appunto nel caso in esame, vanno applicate senza indugio e distinzione alcuna, altrimenti si rischia di creare nicchie di privilegio che favoriscono esclusivamente il soddisfacimento di istanze personali, piuttosto che garantire quelle collettive, come appunto dovrebbe essere in grado di fare la pubblica amministrazione nei confronti dei propri dipendenti.

 

Non è davvero un bel modo di conferire centralità alle relazioni sindacali questo, signor Presidente, ci permetta di affermarlo senza tema di smentita, perché così viene meno quel rapporto di comune fiducia che dovrebbe costituire l’architrave di un rapporto istituzionale corretto e improntato al dialogo costruttivo, rispettoso delle parti e, soprattutto, delle regole prestabilite.

 

La Fp Cgil La invita, quindi, a valutare complessivamente l’importanza della questione avanzata e, nelle more, Le chiede di far conoscere le ragioni che hanno indotto codesto Dipartimento ad assumere quel provvedimento.

 

Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.

 

Cordialmente

 

                                                                           Il Coordinatore Nazionale FP CGIL

                                                                                     Polizia penitenziaria

                                                                                      Francesco Quinti