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Al Direttore dell’UEPE C o s e n z a Dr. Emilio Molinari Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra Al Vice Capo del DAP Dott. Emilio di Somma Alla Direzione Generale Esecuzione Penale Esterna Cons. Riccardo Turrini Vita Alla Segreteria regionale FP Catanzaro Alla Segreteria comprensoriale FP Cosenza Ai Delegati ed eletti RSU FP CGIL Cosenza
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Prot.n. CS CM 18/2006 del 23.01.2006 |
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria Cosenza | |||||
Comunicazione del direttore n. 10 del 7 dicembre 2005.-
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Davvero singolare ci è sembrata la Comunicazione n.10 del 7.12.2005 che il direttore dell’UEPE di Cosenza ha indirizzato ai lavoratori di quella sede, avente ad oggetto “Comportamento all’interno dell’ufficio”. La singolarità sta nel fatto che la nota, benché in premessa faccia riferimento ai contratti nazionali di lavoro riguardanti rispettivamente i lavoratori del Comparto Ministeri e di Polizia Penitenziaria, richiamando nello specifico i relativi codici comportamentali, evidenzia un contenuto poco rispondente ai principi nobili dell’etica comportamentale sanciti nei richiamati codici. Essa risulta infatti, a giudizio di questa O.S., più afferente ad un decalogo dal tono e dal contenuto di modesto lignaggio che offende, nella sua complessità e per l’impeto e la perentorietà della sua espressione, la sensibilità dei lavoratori ai quali è indirizzata. Aggiungere altre considerazioni nel merito diventerebbe davvero pleonastico. Preferiamo soffermarci, invece, sul tipo di comunicazione che la Direzione esplica in quel posto di lavoro caratterizzata, a parere di questa O.S., e secondo quanto riferito, da modalità formali e autoritarie poco confacenti al contesto lavorativo e professionale in questione. Si preferisce, infatti, per affermare scelte che risultano poi non condivise ed impopolari, l’imposizione al confronto dialettico (senza alcun dubbio più faticoso!). In proposito, risulta alla FP CGIL che anche le normali relazioni sindacali con le RSU del posto di lavoro sono disattese. Varrebbe bene, quindi, che la Direzione avviasse con i lavoratori modalità comunicative meno arcaiche e, dunque, meno intrise di dogmi paternalistici e/o “popolari” che, oltre a mortificare i lavoratori e la loro professionalità - creando, tra l’altro, un clima lavorativo pedante, intriso di incomprensioni ed incomunicabilità - sviliscono anche il ruolo e le funzioni di coloro che sono preposti alla gestione dell’adempimento istituzionale cui l’UEPE è demandato. Cordiali saluti
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