All’On. Ministro della Giustizia Sen. Roberto Castelli

Al Sottosegretario di Stato On. Luigi Vitali

Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra

 Al Vice Capo del DAP Dott. Emilio di Somma

Al Direttore della Direzione Generale del Personale Dr G. Sparacia 

Al Signor Provveditore dell’Amministrazione Penitenziarianper la Regione Sardegna

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali

Alla Segreteria regionala e territoriale FP Cagliari

 

Prot.n. CS 093/2006 

del  27.03.2006

Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria

 

Casa Circondariale di Cagliari “Buoncammino”.-

 

  

Egregio Presidente,

 

la Fp Cgil ha recentemente appreso dei contenuti di un articolo pubblicato su un noto quotidiano Sardo che riporta un episodio accaduto presso l’istituto penitenziario di Cagliari “Buoncammino” lo scorso 8 marzo.

 L’evento riferito, che ha destato scalpore e allarme tra l’opinione pubblica isolana, racconta di un improvviso black out di energia elettrica protrattosi per circa quindici ore, dalle

 

ore 20.00 alle ore 10.00 del giorno dopo, sembra dovuto al malfunzionamento del gruppo di continuità.

Notizia, questa, che all’opinione pubblica può forse apparire come una semplice “curiosità” ma non certo per chi negli istituti di pena vi opera e quotidianamente è chiamato ad affrontare mille difficoltà, prime fra tutte, a parere della Fp Cgil, la totale indifferenza di un’Amministrazione penitenziaria che continua a mostrare incapacità d’affrontare e risolvere le innumerevoli problematiche esistenti e portate più volte all’attenzione degli uffici competenti.

Non è assolutamente accettabile che una struttura penitenziaria che ospita centinaia di detenuti venga lasciata nel buio più totale per un lasso di tempo così lungo, anzi non è ammissibile che lo sia neanche per pochi minuti, poiché la Polizia penitenziaria e tutti gli operatori sanno bene cosa significa non poter sorvegliare con scrupolo un detenuto, una cella o un’intera sezione, figuriamoci un intero istituto, lasciare, insomma, che il “buio” garantisca l’impunità per ogni sorta di azione con conseguenze che poi, solitamente, vengono fatte ricadere solo sui lavoratori.

Sono trascorsi oramai mesi, troppi sarebbe da dire, da quando le varie strutture comprensoriali della Fp Cgil avevano ripetutamente messo in guardia il competente provveditorato di Cagliari, nonché gli uffici centrali, dei rischi che si correvano se l’indifferenza dimostrata si sarebbe protratta nel tempo, a nulla sono serviti gli interventi, le note e le richieste d’incontro, fino a quando, a parere della Fp Cgil, l’8 marzo non s’è sfiorata la tragedia, evitata, come dichiarerà il dirigente della struttura, perché i “detenuti sono rimasti assolutamente tranquilli”, invece, secondo questa O.S., per l’esperienza e l’alta professionalità ancora una volta dimostrata dagli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria.

Non è, però, certamente questo il sistema di gestire una struttura dell’Amministrazione penitenziaria o il clima da stabilire in essa il cui compito, è opportuno rammentarlo, resta si quello di assicurare l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà ma garantendo sempre e comunque l’ordine e la sicurezza, sia dei suoi operatori che della popolazione detenuta.

In considerazione della spiacevole situazione richiamata, la Fp Cgil ribadisce con forza che è giunto il momento d’intervenire, ognuno per quanto di competenza, affinché si accerti ed in tempi rapidi le responsabilità di quanto accaduto  intervenendo con fermezza e rimuovendo, se necessario, gli ostacoli che continuano ad arrecare impedimento sia alle attività istituzionali che all’avvio di un corretto sistema di relazioni sindacali, strumento utilissimo per meglio approfondire e risolvere i complessi temi dell’organizzazione del lavoro.

Questa O.S. sulla questione non è più disposta a temporeggiare, principalmente sul fatto che si continui ad anteporre ogni altra iniziativa alla sicurezza, e ritiene assolutamente necessario che questa Amministrazione intervenga dando un segnale di forte responsabilità, vale a dire una Sua personale ingerenza, che favorisca l’eliminazione di quel immobilismo dimostrato fin d’ora dalle articolazioni  sia periferiche che centrali ed aiuti a superare la sensazione di forte abbandono che ormai pervade le coscienze dei lavoratori impegnati nella regione a garantire quotidianamente il rispetto delle leggi.

Si resta in attesa di un cortese ma urgente cenno di riscontro.

Distinti saluti.-

 

 

 

                                                                  Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil

                                                                           Polizia penitenziaria

                                                                                                Francesco Quinti