Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra

Al Ministro della Giustizia Sen. Roberto Castelli

Al Sottosegretario Ministero Giustizia On.le Luigi Vitali

Alla Segreteria regionale FP Genova

Alla Segreteria comprensoriale FP La Spezia

 

Prot.n. CS 6/2006 

del  10.01.2006

Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria La Spezia

 

Casa circondariale La Spezia  

–  Supposizioni, cattivi presagi o inattività istituzionale?

 

       

                

Egregio Presidente,

 

con nota n. 359 del 16 dicembre 2005, diretta per conoscenza anche al Provveditore della Liguria, ovvero non più tardi di circa venti giorni fa, la FP CGIL La portava a conoscenza degli esiti della visita effettuata dalla propria delegazione sindacale presso l’istituto penitenziario di La Spezia nello scorso mese di novembre, invitando codesta Amministrazione centrale a far tenere alcuni urgenti provvedimenti ritenuti necessari a preservarne la sicurezza e la vivibilità.

Invero, stando a quanto poi accaduto nel giorno di Santo Stefano, con l’ennesima evasione consumata da un detenuto di nazionalità albanese, è forse il caso di affermare che mai sopralluogo fu più disgraziatamente premonitore.

Certo rammenterà, infatti, che nell’occasione la FP CGIL manifestò preoccupazione per la scadente condizione strutturale del carcere, per il forte sovraffollamento rilevato e l’esiguità delle unità di Polizia penitenziaria disponibili, ma anche, seppure non letteralmente specificato, per l’avvio e la successiva interruzione dei lavori di straordinaria manutenzione che, stando a quanto risulta alla scrivente O.S., aveva da tempo favorito il permanere di pericolosi ponteggi e impalcature, proprio sotto la medesima porzione di muro di cinta già interessata dall’evasione compiuta nel maggio 2005, tale da rendere il servizio di vigilanza del personale di Polizia penitenziaria effettivamente complesso, se non precario.

Un quadro d’insieme drammatico e per certi versi inquietante – a giudizio della FP CGIL -, che incuteva disagio e apprensione nei poliziotti chiamati ad operare, in condizioni di avvertito disagio operativo, nei servizi direttamente connessi alla sorveglianza esterna della struttura e dei detenuti avviati ai passeggi.

Per questo la FP CGIL – inascoltata - aveva raccomandato l’adozione di provvedimenti immediati e non più ulteriormente differibili.

Così, purtroppo, non è stato, e ciò costituisce motivo di forte indignazione tra il personale di Polizia penitenziaria che aveva auspicato, anche attraverso l’intervento della scrivente organizzazione sindacale, ben altra attenzione da parte dell’Amministrazione, ritenuta colpevole di non aver compreso appieno la gravità della situazione descritta e sottostimato l’importanza del grido d’allarme lanciato. 

Il risultato è che oggi quel personale è più che mai demoralizzato, preoccupato, forse anche riluttante ad assumere il peso dei predetti servizi in assenza del ripristino di ordinarie condizioni di lavoro, poiché avverte concretamente i pericoli e le conseguenze di eventuali ulteriori nefasti accadimenti, come del resto già accaduto ai sfortunati colleghi coinvolti nelle ultime evasioni.

La FP CGIL, in questo senso, auspica che il DAP faccia finalmente chiarezza sulle vicende trattate, se del caso disponendo anche un’ispezione dipartimentale, e avvii una riflessione seria e ponderata sull’operato di taluni dirigenti generali dell’Amministrazione penitenziaria, regionale e centrale, forse inadeguati a fronteggiare le attuali anomalie del sistema, evitando - come da prassi ormai consolidata per l’Amministrazione penitenziaria - di perseguire disciplinarmente i poliziotti penitenziari eventualmente chiamati in causa dagli spiacevoli eventi accaduti.

Contestualmente, inoltre, questa O.S. ribadisce l’assoluta necessità di avviare per quella sede un piano di interventi straordinario che almeno preveda:

 

a)                           lo sfollamento interregionale di una quota significativa dei detenuti attualmente in carico all’istituto;

b)                          il recupero delle risorse umane della Polizia penitenziaria distaccate a vario titolo in altre realtà o servizi penitenziari;

c)                           l’assegnazione di alcune figure professionali del Comparto ministeri tuttora assenti.

 

Ciò al fine di garantire, almeno fino a quando non saranno ripresi e terminati i lavori di ristrutturazione del carcere, la sicurezza dell’istituto, la prosecuzione delle normali attività e, soprattutto, la serenità degli operatori penitenziari colà in servizio.

Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.

Cordiali saluti.

 

                                                                      Il Coordinatore nazionale FP CGIL

                                                                                Polizia Penitenziaria

           Francesco Quinti