Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra

 Al Provveditore regionale A.P. Dr. Aldo FABOZZI

Alla Segreteria regionale FP Pescara

 

Prot.n. CS 23/2006 

del  27.01.2006

Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria Pescara

 

Casa circondariale di Pescara.-

 

      

 

            Egregio Presidente,

 

         diverse sono state le occasioni in cui la Fp Cgil, anche attraverso le proprie strutture territoriali, ha evidenziato le problematiche esistenti presso l’istituto di Pescara, ponendo questioni che in parte, stando a quanto riferito, permangono tuttora irrisolte.

Spiace in questa sede, però, dover essere soprattutto costretti a soffermarsi sulle dichiarazioni rese, secondo quanto risulta, ad un quotidiano locale dal comandante di quell’istituto, che imprudentemente – a giudizio della Fp Cgil -, considerata la nota precarietà degli equilibri interni, piuttosto che adoperarsi per rendere il clima lavorativo più sereno, ha preferito sperimentarsi, come si evince dalle dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa, nella pubblica critica del personale di Polizia penitenziaria colà impiegato, accusato di possedere “scarse motivazioni a fare bene in quanto ci sarebbe gente che ha troppi anni di servizio”.

Di quali elementi è in possesso il comandante per esprimere simili giudizi? E per quale ragione avverte il bisogno di esternarli pubblicamente, screditando – a giudizio della Fp Cgil - l’immagine del Corpo e la professionalità dei suoi appartenenti?

In proposito la Fp Cgil Le chiede, signor Presidente, di valutare attentamente l’opportunità di avvicendare il comandante nell’incarico in precedenza conferito, essendo tra l’altro venuto meno – a parere della scrivente O.S. - anche il necessario rapporto di fiducia con il restante personale.

Si resta in  attesa di cortese urgente riscontro.

Cordiali saluti.  

 

                                                             Il Coordinatore nazionale FP CGIL

                                                                      Polizia penitenziaria

                                                                        Francesco Quinti