Prot.n. CS 198/2006 del  29.09.2006

 

 

 

Al Ministro della Giustizia Sen. Clemente Mastella

Al Sottosegretario al Ministero Giustizia On. Luigi Manconi

Alle Segreterie regionali e comprensoriali FP Cgil

Ai Delegati ed iscritti FP CGIL Polizia penitenziaria

 

 

     Proposta di legge per la riforma del Corpo di Polizia penitenziaria.

 

         

Egregio Ministro,

 

la Fp Cgil è venuta a conoscenza del parere inviato al vice Capo del DAP dal Direttore dell’Ufficio Studi Ricerche Legislazione e Rapporti Internazionali del medesimo Dipartimento su una proposta di legge per la riforma del Corpo di Polizia penitenziaria sottoscritta dai comandanti di reparto e trasmessa dall’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia.

 

Preliminarmente, dal punto di vista formale, questa O.S. reputa indispensabile evidenziare l’inopportunità dell’iniziativa assunta dai protagonisti dell’istituzione coinvolti nella vicenda, per quanto è dato di sapere mai registrata prima in analoghe circostanze, in particolare dell’Ufficio Studi e Ricerche, che ha vagliato la proposta – peraltro esprimendo considerazioni davvero irriguardose, a parere della Fp Cgil, nei confronti degli estensori della proposta - per riferire delle valutazioni compiute non già sull’analisi dell’articolato,  che rifiuta aprioristicamente di indagare, bensì sulla sola relazione tecnica, definita nella forma addirittura rozza, approssimativa ed offensiva nei confronti del Legislatore!

 

Reputiamo grave che il DAP trasmetta all’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia una proposta che, stando a quanto appreso, è stata redatta su iniziativa privata e che – a prescindere dai contenuti e dagli obiettivi assolutamente rispettabili che intende perseguire - non possiede affatto le caratteristiche proprie di un disegno di legge formale, considerato che non risulta essere stata sottoscritta da uno o più membri del Parlamento e presentata, secondo normativa vigente, al dibattito parlamentare.

 

Spieghi il Dipartimento – signor Ministro – perché nel passato, in tutte le altre numerose occasioni in cui ha avuto contezza di proposte o disegni di legge elaborati su tematiche che riguardavano il Corpo di Polizia penitenziaria, questi si formalmente presentati in Parlamento, non ha avvertito il medesimo bisogno di sottoporlo alla valutazione dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia.

 

Chiarisca perché in questa occasione, invece, ha chiesto ed ottenuto da un apparato istituzionale posto prioritariamente al servizio del Legislatore e del Ministro della Giustizia,  un’attività che non assume alcuna connotazione ufficiale.

 

Quali erano le reali intenzioni, se non quelle di demolire sul nascere – a giudizio della Fp Cgil - una iniziativa che ambisce alla riorganizzazione del Corpo e a migliorare l’assetto funzionale della Polizia penitenziaria.

 

Il vero nocciolo del problema, a giudizio della scrivente O.S., è tutto qui: a prescindere dalle valutazioni positive o negative esprimibili su questa o quella iniziativa legislativa, in ogni caso da approfondire ed esaminare a fondo, sembra che sia il Corpo di Polizia penitenziaria a non dover mai essere posto nelle condizioni di aspirare ad una collocazione professionale di pari rango nell’ambito dell’apparato istituzionale di riferimento.

 

Fino a quando aprioristicamente ci si rifiuterà di confrontarsi su questo piano, fino a quando l’attività di direzione del DAP sarà interpretata secondo queste logiche, i funzionari e i prossimi dirigenti del Corpo di Polizia penitenziaria saranno soffocati, stritolati dal sistema, e non invece valorizzati e apprezzati per l’indispensabile contributo offerto all’istituzione che rappresentano.

 

La posizione della Fp Cgil sulla questione è nota, signor Ministro.

 

Esiste da tempo la disponibilità offerta da questa O.S. di discutere responsabilmente e con coerenza della valorizzazione delle figure professionali oggi direttive, domani dirigenziali, del Corpo di Polizia penitenziaria senza avere l’ambizione di stravolgere un sistema che, posto nelle condizioni di far emergere le straordinarie potenzialità e professionalità di cui nel complesso è dotato, funziona ed è assolutamente in grado di assolvere il proprio mandato istituzionale.  

 

Nell’auspicare un Suo pronto intervento sulla vicenda, La invitiamo a sensibilizzare i Suoi diretti collaboratori affinché simili episodi non abbiano più a ripetersi e, soprattutto, che sul tema proposto si apra quanto prima una discussione.

 

Cordialmente      

 

 

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL

                                                                      Polizia penitenziaria

                                                                        Francesco Quinti