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Al Ministro della Giustizia Sen. Clemente Mastella Al Sottosegretario al Ministero Giustizia On. Luigi Manconi Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia Dr. Ettore Ferrara Al Capo del Dipartimento A.P. Pres. Giovanni Tinebra Alle Segreterie regionali e comprensoriali FP Cgil
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Prot.n. CS 187/2006 del 19.09.2006 |
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria | |
Trattamento pensionistico del personale di Polizia penitenziaria
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Egregio Ministro, On.le Sottosegretario
con l’avvento della nuova responsabilità politica di codesto Ministero i circa 42.000 poliziotti impiegati negli istituti e servizi penitenziari nutrivano fortemente – al di là delle sperequazioni tuttora irrisolte di cui nel passato sono stati fatti oggetto, che certo meritano grande attenzione e forte impegno politico - un grosso auspicio: che nei loro confronti fosse radicalmente invertita quella deleteria tendenza a considerare in maniera assolutamente strumentale – a giudizio della Fp Cgil – anche nei meandri dell’apparato statale, disuguali dalle altre forze di Polizia le esigenze del Corpo di Polizia penitenziaria e i diritti degli operatori che ne fanno parte.
Stando a quanto assurdamente appreso in questi giorni, invece, mai avrebbero immaginato di ricominciare da dove avevano disgraziatamente creduto di finire!
Lo scorso 3 agosto, l’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica (INPDAP) avendo assunto, a norma della Legge 335/’95 e con decorrenza 1° ottobre 2005, la competenza in tema di liquidazione dei trattamenti pensionistici anche del personale del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Polizia penitenziaria inclusa), ha diramato la nota operativa n. 46 con cui, raccogliendo un parere del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, impartisce alle proprie strutture disposizioni in merito al trattamento pensionistico di privilegio da riservare al personale della Polizia di Stato, del Corpo Forestale dello Stato e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
In essa viene specificato che nei confronti del personale appartenente all’Amministrazione Penitenziaria non trova applicazione quanto previsto dall’art. 67 del D.P.R. 1092/73 bensì, come previsto per gli impiegati civili dello Stato, l’art. 64.
Riassumendo, l’operatore della Polizia di Stato che sarà posto in quiescenza per ragioni diverse dalla dispensa, potrà ottenere il riconoscimento di un trattamento pensionistico di privilegio, anche se l’infermità riconosciutagli non comporta “l’inidoneità al servizio”, mentre il poliziotto penitenziario per ottenere il medesimo beneficio dovrà avere obbligatoriamente una “inabilità”.
Di conseguenza, secondo quella interpretazione/disposizione, due lavoratori facenti parte del medesimo comparto sicurezza – peraltro introdotto con la legge 216/92 proprio per perequare i trattamenti giuridici ed economici -, ambedue appartenenti ad un Corpo civile di Polizia dello Stato e destinatari delle normative dirette alla generalità degli impiegati civili dello Stato, nei cui confronti trovano applicazione anche norme speciali (vale a dire riguardanti esclusivamente le Forze di Polizia o il personale militare), avendo le medesime menomazioni contratte in servizio riconosciute dipendenti da causa di servizio, avranno un trattamento pensionistico, e di conseguenza economico, completamente diverso!!!
L’ennesima odiosa e gravissima sperequazione consumata ai danni degli operatori del Corpo di Polizia penitenziaria e, forse, l’ennesima prova tangibile dell’inadeguatezza palesata dagli stessi vertici del DAP, che già nel passato - a giudizio della Fp Cgil – hanno avuto modo di dimostrare la propria inidoneità a difendere con efficacia gli interessi dei poliziotti penitenziari amministrati; al contrario, evidentemente, di quelli in servizio presso il Dipartimento di P.S., e le conseguenze delle sperequazioni subite dai poliziotti penitenziari stanno lì a testimoniarlo.
Alla luce di quanto sopra la Fp Cgil, ritenendo di poter legittimamente auspicare il sollecito ricambio degli attuali vertici del DAP, certa di saper interpretare il sentimento di profonda delusione che allo stato attuale caratterizza l’animo di tutti gli operatori del Corpo di Polizia penitenziaria iniquamente danneggiati, nel richiedere un Suo deciso e tempestivo intervento sugli Enti e Ministeri competenti, La invita ad adoperarsi affinché il trattamento pensionistico dei Suoi poliziotti sia legittimamente equiparato a quello della Polizia e degli altri Corpi dello Stato.
In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, e allegando copia della nota diffusa dall’Ente menzionato, Le anticipiamo che seguiremo con la massima attenzione gli sviluppi dell’incresciosa vicenda, pronti, se necessario, ad avviare tutte le procedure di lotta consentite.
Cordialmente.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Polizia penitenziaria Francesco Quinti
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