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Alle Segreterie regionali e territoriali FP Cgil
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Prot.n. CS 106/2006 del 05.04.2006 |
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine legislatura
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Care/i Colleghi,
la legislatura volge ormai al termine.
Presto saremo chiamati a dare un giudizio sulle politiche attuate dal governo nei cinque anni appena trascorsi e sui programmi annunciati per dare un futuro al Paese, per attrezzarlo alle nuove sfide della società, dell’economia e della sicurezza, per offrire a tutti, e non solo ai più forti, l’opportunità di partecipare alla crescita sociale e civile dell’Italia che desideriamo.
In proposito, pensiamo sia opportuno offrire un contributo alla riflessione, un resoconto dei fatti accaduti che in questi ultimi anni hanno riguardato il carcere e, più in generale, la sicurezza del Paese. A partire, naturalmente, dal trattamento riservato agli operatori del settore e, in particolar modo, agli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria.
Con la campagna elettorale del 2001 questo governo sulla sicurezza si era presentato al cospetto del Paese e degli operatori – circa 430 mila persone, tra forze armate e polizia - preannunciando l’adozione di provvedimenti in grado di aumentare sensibilmente la capacità di protezione e di difesa dei cittadini, promettendo agli addetti ai lavori il potenziamento dei mezzi e degli strumenti tecnologici necessari a fronteggiare l’emergenza, un netto miglioramento delle condizioni di lavoro e, soprattutto, consistenti aumenti stipendiali, allora quantificati in circa 500.000 lire al mese procapite, oggi circa 250 euro.
Partiamo da quest’ultimo proposito, per analizzare quanto accaduto con i due rinnovi contrattuali, paragonando gli aumenti accordati nel passato con quelli recentemente conseguiti. Di seguito, quindi, riassumiamo gli aumenti stipendiali (sulle sole voci fisse e ricorrenti che compongono la busta paga) degli ultimi 4 Contratti di lavoro, dal 1998 a quello appena sottoscritto, prendendo a riferimento un agente 5° livello, ora parametro 101.
La Fp Cgil decise di non sottoscrivere l’ultimo contratto - biennio economico 2004/2005 -, semplicemente perché non difendeva gli stipendi erosi dal caro vita, non riconquistava il potere d’acquisto perso negli anni 2002-2003 e non riacquistava i 5 milioni d’euro sottratti al F.E.S.I. della Polizia penitenziaria ( perdita secca di 50 euro al mese procapite dei poliziotti penitenziari rispetto ai colleghi degli altri Corpi di Polizia ). Ritenevamo quei 46 euro per un agente ( per chi, cioè, garantisce l’operatività concreta di una Forza di Polizia) un insulto, soprattutto se su quell’agente venivano anche scaricate le riduzioni del costo dell’orario di lavoro straordinario, dall’anno scorso, ufficialmente retribuito meno di un’ora di lavoro ordinario. Per agevolarvi nella lettura delle vostre buste paga, riteniamo utile riproporre uno schema attraverso il quale avere un quadro d’insieme sugli effetti di quel contratto che la Fp Cgil non ha sottoscritto:
*in relazione all’anzianità di servizio e/o del grado rivestito. (N.B) gli aumenti (comprensivi del contratto e della parametrazione) sono al netto.
A ciò va aggiunto, che la legge finanziaria 2006 non ha previsto alcun stanziamento economico per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro già scaduto, scaricandone la responsabilità del prossimo Governo. Trovate traccia dell’aumento stipendiale promesso? Noi no! E, per stare a periodi più recenti, e alle garanzie offerte dal governo alla Polizia penitenziaria anche in occasione della stesura della legge finanziaria 2006:
a) L’adeguamento degli organici della Polizia penitenziaria; FALLITO b) l’assunzione dei 500 ausiliari; FALLITO c) la riassegnazione dei 5 milioni di euro al F.E.S.I. della Polizia penitenziaria; FALLITO d) il riallineamento dei ruoli degli ispettori e dei commissari alla Polizia di Stato; FALLITO e) il riordino delle carriere del personale del Comparto Sicurezza; FALLITO Al contrario, la legge finanziaria 2006 aveva introdotto: a) la soppressione dell’indennità di trasferta (art. 1, comma 213), (diaria oraria e maggiorazione indennità oraria di missione); b) la soppressione del rimborso delle spese di cura per infermità dipendenti da causa di servizio (art. 1, comma 219); c) la riduzione del 10% dello stanziamento per lo straordinario e dell’equo indennizzo.
Solo la grande mobilitazione opposta da “quasi” tutte le OO.SS. del Comparto Sicurezza, FP CGIL compresa, ha reso possibile impedire che lo scempio perpetrato ai danni dei poliziotti fosse portato a compimento. Il governo e la sua maggioranza parlamentare sono stati costretti a fare marcia indietro sulle missioni e la trasferta, che in seguito sono state ripristinate con una norma collegata alla legge finanziaria, ma non sui rimborsi dovuti per le spese di cura sostenute a causa di infermità dipendenti dal servizio, che purtroppo permarranno. Dell’attività di questo governo e della sua maggioranza parlamentare andranno certamente ricordati il tentativo di privatizzare le carceri e di stravolgere l’esecuzione penale minorile; la legge Bossi-Fini, la ex Cirielli, la Giovanardi-Fini sulle droghe, i cui effetti nefasti hanno prodotto e produrranno un sovraffollamento mai visto nella storia repubblicana e, di conseguenza, il netto e irresponsabile peggioramento imposto alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria, da anni a ragione ritenuta - anche da DAP e DGM - numericamente insufficiente a garantire la moltitudine dei servizi affidati.
Come pure l’incredibile numero di episodi di autolesionismo, di suicidi, di tentativi di evasione ed aggressione portati ai danni dei poliziotti penitenziari che spesso, pur continuando ad assicurare con grande senso di responsabilità e professionalità il mandato loro affidato, hanno finito per pagare prezzi altissimi alle carenze del sistema.
Per concludere un breve cenno sul disastro finanziario di questi ultimi anni:
· Tagli insostenibili all’assistenza sanitaria in carcere; · Tagli sui servizi alle persone detenute; · Tagli sul collocamento alle comunità dei minori; · Tagli sulla manutenzione e gestione degli Istituti penitenziari e servizi minorili; · Tagli sulle spese per il personale, ai mezzi e agli strumenti; · Indebitamento DAP pari a circa 150 milioni di euro; · Indebitamento DGM pari a circa 20 milioni di euro;
Molto altro si potrebbe aggiungere.
A noi, però, sembra già abbastanza quanto descritto.
Saluti fraterni.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Polizia penitenziaria Francesco Quinti
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