DIREZIONE GENERALE DEI DETENUTI E DEL TRATTAMENTO

 

Prot. GDAP 0102993-18/03/2005

 

All’ Organizzazione Sindacale CGIL Funzione Pubblica

Via Leopoldo Serra, 31

00153 ROMA

All’Organizzazione Sindacale UIL Pubblica Amministrazione

Viale Emilio Lepido 46

00175 ROMA

 

Oggetto:

Progetto della Casa di Reclusione a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti di Castelfranco Emilia.

 

 

Con riferimento alle note di codeste Organizzazioni sindacali, rispettivamente n. cs 73/2005 del 4 marzo u.s. e n. 1431 dell’8 marzo, relative all’oggetto si comunica quanto segue.

La prima ipotesi di trasformazione della casa dì lavoro di Castelfranco Emilia in Istituto a custodia attenuata risale agli anni 1999/2000. Tale ipotesi fu successivamente ripresa su iniziativa del Provveditore Regionale dell’ Emilia Romagna nel 2002 con la presentazione di un articolato progetto elaborato dalla direzione dell’Istituto.

Contemporaneamente era stato avviato l’iter di trasformazione dell’ istituto che con decreto del Ministro della Giustizia del 03/02/2004 è variato in “Casa di Reclusione destinata alla custodia attenuata di detenuti tossicodipendenti con annessa Sezione di Casa di Lavoro”.

Il progetto presentato, è caratterizzato da una forte partecipazione delle comunità terapeutiche presenti sul territorio nella predisposizione dei programmi socio-riabilitativi e terapeutici rivolti ai detenuti tossicodipendenti e delle cooperative sociali per le offerte formative e lavorative intramurarie. In particolare la direzione di Castelfranco Emilia ha previsto la collaborazione delle comunità presenti nel territorio locale: CEIS di Modena e Bologna, Comunità di San Patrignano, Comunità terapeutica L’Angolo e il Mosaico, B.A.G. di Vignola. Tale collaborazione si concretizza in un apporto degli operatori di tali comunità all’ interno del gruppo di osservazione e trattamento dell’Istituto, al fine di garantire una pluralità di modelli operativi e di orientamenti terapeutici da proporre all’ utenza penitenziaria.

Deve essere quindi sottolineato che non viene proposto 1’ affidamento della gestione di un Istituto penitenziario a soggetti esterni all’ Amministrazione, peraltro normativamente impossibile essendo l’esecuzione penale di esclusiva competenza dell’Amministrazione Pubblica. L’ Amministrazione Penitenziaria infatti ha la titolarità degli interventi trattamentali, avvalendosi del contributo delle ASL per i necessari interventi sanitari e fruendo dell’ apporto di tutti gli Enti, Associazioni, comunità terapeutiche, utile a raggiungere il fine del reinserimento sociale. Tali soggetti operano sotto il coordinamento ed il controllo dell’ Amministrazione.

In particolare 1’ offerta trattamentale si articola su due livelli; da un lato la possibilità di accedere ad una vasta disponibilità di attività lavorative e formative che possano offrire concrete opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e, dall’ altro, la predisposizione di un percorso terapeutico finalizzato, ove possibile, all’accoglimento del soggetto presso le comunità terapeutiche.

Per quanto attiene le ipotesi di intervento per l’assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento dei tossicodipendenti, la formula scelta di stretta collaborazione con le comunità terapeutiche appare di sicuro interesse. Si ritiene, infatti, che l’inserimento presso una comunità terapeutica debba essere uno degli obiettivi prioritari cui finalizzare il trattamento intramurario di detenuti tossicodipendenti. In questa prospettiva la fase detentiva risulta essere quindi propedeutica ad un eventuale rituale inserimento in comunità, fase che deve essere necessariamente gestita in accordo con il Sert e le comunità coinvolte.

 

 

IL CAPO DEL DIPARTIMENTO