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Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra Al Vice Capo del DAP Dott. Emilio di Somma Al Direttore della Direzione Generale del Personale Dr G. Sparacia All’Ufficio per le Relazioni Sindacali Alle Segreterie regionali e territoriali FP Cgil
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Prot.n. CS 73/2005 del 4.03.2005 |
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria | |
Casa di Lavoro Castelfranco Emilia – Progetto di carcere per detenuti Tossicodipendenti.-
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Egregio Presidente,
abbiamo recentemente appreso dalla stampa che il prossimo 21 marzo, presso la Casa di Lavoro di Castelfranco Emilia, si terrà l’inaugurazione ufficiale di una nuova struttura sperimentale, gestita con la Comunità di San Patrignano, rivolta ai detenuti tossicodipendenti. In proposito non possiamo che manifestare grande sconcerto e profondo disappunto. Innanzitutto per aver appreso la notizia dell’apertura dai media, piuttosto che dall’Amministrazione penitenziaria, sovente dimentica del rispetto dovuto al sistema delle relazioni sindacali e alle rappresentanze dei lavoratori, di un progetto di cui peraltro ancora non si conoscono le finalità, le responsabilità e, in particolare, le prospettive lavorative per gli attuali dipendenti di codesto Dipartimento, della Polizia penitenziaria e del Comparto ministeri. Notizie, concorderà, non di poco conto. In realtà, corre l’obbligo di rilevare come nel 1998, con la stipula del protocollo Regione-Governo sulle carceri, gli intenti congiuntamente e reiteratamente manifestati dalle parti nella regione interessata e, in particolare, sulla menzionata struttura penitenziaria, fossero assolutamente differenti e rispettosi dei preesistenti livelli occupazionali. In quel contesto, infatti, secondo quanto appreso dalla Fp Cgil, tra rappresentanti del DAP, regione e comune, si è più volte ragionato della costruzione di un progetto di custodia attenuata da avviare sulla base delle esperienze positive maturate con l’istituzione degli analoghi istituti di Rimini e Forlì, i quali avevano ampiamente dimostrato, sotto il profilo dei risultati conseguiti, l’enorme importanza del lavoro congiunto assicurato dal Sert e dagli operatori penitenziari. Oggi, non solo scopriamo che il progetto non è più quello, ma addirittura che è nelle intenzioni del Ministro della Giustizia affidare la gestione dell’istituto di Castelfranco ai responsabili della Comunità di San Patrignano. Davvero troppo per questa O.S.. La Fp Cgil già in tempi non sospetti aveva lanciato l’allarme sul tentativo del Governo di avviare la privatizzazione anche nel sistema penitenziario italiano, definendo assolutamente azzardato anche solo l’approccio ad un tema che per la sua delicatezza, per la sua intrinseca e rilevante missione sociale catalizza un forte e diffuso interesse che non può e non deve essere trattato come una qualsiasi impresa. Del resto i segnali erano chiari ed inequivocabili e, come dimostra quanto accaduto, purtroppo anche assolutamente fondati. La scrivente organizzazione sindacale ribadisce tutta la propria contrarietà all’ipotesi di esternalizzazione sperimentale avviata, peraltro senza il diretto e preventivo coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori e degli enti locali preposti, ritenendo finanche superfluo esternarLe la grande preoccupazione vissuta dagli operatori penitenziari coinvolti, immeritatamente relegati ad un ruolo secondario, ancora increduli e allo stato attuale incapaci di concepire il proprio futuro professionale. In attesa di ricevere i necessari chiarimenti da parte di codesta Amministrazione centrale, la Fp Cgil sull’argomento Le chiede l’immediata apertura di un tavolo di confronto nazionale. In assenza del quale, è appena il caso di sottolinearlo, questa O.S. Le preannuncia sin d’ora l’adozione di tutte le forme di lotta e pubblica protesta consentite dalla normativa vigente. Si resta in attesa di cortese urgente riscontro. Cordiali saluti.
p. la Fp Cgil Nazionale Polizia penitenziaria Francesco Quinti
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