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Al Capo del Dipartimento Giustizia Minorile Pres. Rosario Priore Alla Segreteria regionale FP Campania Alla Segreteria comprensoriale FP Santa Maria Capua Vetere
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Prot.n. CS 46/2005 del 16.02.2005 |
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria – S.M.C.V | |
Chiusura dell’istituto Penale Minorile di Santa Maria Capua Vetere. Destinazione del personale di Polizia penitenziaria.-
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Nota a verbale
Egregio Presidente,
preliminarmente riteniamo quantomeno doveroso sottolineare l’atto di grande sensibilità istituzionale compiuto da codesta Amministrazione con l’apertura dell’odierno tavolo di confronto. Un gesto davvero molto apprezzato dagli operatori coinvolti e dalla Fp Cgil, che lo ha formalmente richiesto con la nota del 20 gennaio u.s., che indubbiamente testimonia, almeno così lo interpretiamo, una apertura importante nella ricerca di una soluzione praticabile e condivisa. In proposito, quindi, coerentemente con quanto annunciato dalla summenzionata nota, la Fp Cgil reputa opportuno offrire al dibattito alcune riflessioni e ipotesi di lavoro da approfondire al tavolo di confronto. Come è noto, nel 1998 fu portata a compimento la trasformazione, voluta dall’Amministrazione centrale minorile, dell’ex IPM di Santa Maria Capua Vetere in Comunità per minori, con annesso centro diurno polifunzionale. Tale trasformazione si proponeva i seguenti obiettivi:
a) realizzare economie di spese nel distretto sopprimendo l’IPM; b) avviare nuovi programmi operativi; c) sperimentare nuove risposte alla devianza minorile in provincia di Caserta.
Quindi, nell’ambito del Progetto ’98 elaborato da codesto Dipartimento, furono in seguito approvati due piani per la realizzazione e il funzionamento di tre Equipe Tecniche Locali e una Comunità Pubblica per 10 minori dell’area penale, come previsto dal DPR 448/88 e dal D.L.vo 272/89, ai quali accettò di partecipare, con grande senso di responsabilità, anche la Polizia penitenziaria (13 unità, Decreto a firma del Direttore Generale – dr. G. Di Magno - del 13.11.1998), che in cambio, però, attraverso le rappresentanze sindacali, chiese e ottenne precise garanzie circa il mantenimento della sede di servizio. Un contributo che in seguito si è rivelato determinante per l’avvio della Comunità e l’espletamento degli ulteriori incarichi affidati dal C.G.M. nel distretto campano, tra cui anche l’avvio delle Traduzioni e dei Piantonamenti sul territorio regionale, come testimoniano gli attestati di pubblica riconoscenza inoltrati anche dalla locale direzione. In quest’ottica, quella della collaborazione, siamo convinti che si possa anche ragionare per l’avvio di un nuovo progetto alternativo, capace di rispondere concretamente alle esigenze palesate dal territorio che presenta una utenza con forti problematiche connesse al disagio giovanile. Il decreto legislativo 272/89 consente tra l’altro, infatti, la trasformazione ovvero l’istituzione di una sezione di semilibertà/semidetenzione laddove, come appunto per il caso di specie, le condizioni lo consentono. In sostanza, si tratterebbe di realizzare una nuova opportunità, peraltro assente in tutto il territorio campano, che in termini operativi potrebbe certamente soddisfare le esigenze appena prospettate e trovare agevolmente spazio nel centro polifunzionale di S.Maria C.V., atteso che sono immediatamente disponibili gli spazi necessari e le risorse umane e strumentali necessarie. Il progetto ipotizzato potrebbe inoltre consentire un notevole risparmio sul piano sociale e organizzativo, tenuto conto che la struttura esistente è topograficamente collocata in prossimità degli svincoli autostradali e della variante VII bis, così da raggiungere agevolmente il Tribunale dei minori di Napoli e le istituzioni del distretto, e risponderebbe appieno alle necessità di miglioramento e ulteriore accrescimento della capacità di intervento rieducativo dell’Amministrazione sulla devianza minorile detenuta in quel territorio. Ora, è di tutta evidenza che in presenza di condizioni oggettivamente realizzabili ci sia anche da parte del DGM piena disponibilità a discutere serenamente, e costruttivamente, degli aspetti positivi di una proposta che certo nasce dall’esigenza di salvaguardare i diritti e gli interessi dei lavoratori coinvolti nella vicenda, ma che si preoccupa anche di offrire al dibattito un contributo in grado di agevolare l’individuazione di soluzioni sostenibili e praticabili anche per l‘Amministrazione. D’altra parte, anche l’insufficiente organico attuale del contingente di Polizia penitenziaria impiegato nella giustizia minorile nonché le recenti esigue assegnazioni di personale neo assunto da parte del DAP, dovrebbero consigliare estrema cautela nella trattazione degli aspetti che attengono alla stabilità della Polizia penitenziaria nel settore minorile, della regione Campania come di altre regioni, poiché se va bene, è certo noto a tutti, probabilmente le prossime assunzioni di quel personale, dati gli attuali organici stabiliti dai rispettivi D.M., degli adulti e dei minori, non potranno essere conseguite che fra diversi anni. In subordine, quindi, qualora si rendesse necessario accedere ad altro tipo di soluzione, si potrebbe immaginare un impiego del personale di Polizia penitenziaria al Nucleo traduzioni e piantonamenti e in servizi di sicurezza – alle dipendenze del CGM - delle strutture minorili presenti nel distretto, pensiamo allo stesso CGM, all’USSM, al CPA di Napoli nei servizi che possono essere espletati dalla Polizia penitenziaria. Concludendo, auspichiamo che l’Amministrazione della giustizia minorile sappia cogliere l’importanza del contributo fornito alla discussione dalla Fp Cgil e corrisponda altrettanta sensibilità e responsabilità istituzionale nell’approccio alla problematica esposta, certamente meritevole di una soluzione appropriata che ovviamente, ad avviso di questa O.S., non può essere quella già individuata.
p. la Fp Cgil Nazionale Polizia Penitenziaria Francesco Quinti
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