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Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra Al Vice Capo del DAP Dott. Emilio di Somma Al Direttore della Direzione Generale del Personale Dr G. Sparacia Al Provveditore Regionale A.P. Campania Alla Segreteria regionale Napoli
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Prot.n. CS 199/2005 del 21.06.2005 |
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria Pozzuoli | |
Casa circondariale femminile Pozzuoli – inchiesta disciplinare.-
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Egregio Presidente,
la Fp Cgil ha appreso dell’apertura di ben 57 provvedimenti disciplinari, adottati dal Direttore della Casa circondariale femminile di Pozzuoli, nei confronti del personale di Polizia penitenziaria in servizio presso quella sede. Si tratterebbe, secondo quanto riferito, di misure disciplinari individuali contestate ai firmatari di una lettera di critica all’operato della locale direzione. Sorprende non poco che codesta Amministrazione pretenda di soffermarsi unicamente sui toni e le espressioni utilizzate nell’occasione dalle poliziotte e dai poliziotti penitenziari per manifestare pubblicamente il proprio dissenso nei confronti di una conduzione ritenuta quantomeno discutibile, piuttosto che indagare in profondità le ragioni del malessere e del disagio palesato con il documento sottoscritto. Se così è, risulterà certamente evidente anche ai non addetti ai lavori, che per l’Amministrazione penitenziaria più delle condizioni di lavoro, dei diritti e della salute psico-fisica dei propri dipendenti, ancorché impegnati in un lavoro così difficile ed impegnativo, rilevano gli aspetti formali, anche se tenuti nell’esercizio della libertà di espressione garantita dalla carta costituzionale, qualora tentino di mettere in discussione il sistema e le persone che ne detengono il governo. Quando sulla ragione, la dialettica e il confronto, prevalgono la manifestazione di forza, l’acritica o strumentale applicazione dei regolamenti, la tensione è destinata a salire ed il clima necessario al confronto si avvelena. Da tempo, ormai, oltre alla gravissima insufficienza dei mezzi e delle risorse umane che pregiudicano il buon andamento del servizio e alimentano tensioni, Le abbiamo segnalato (finora invano) l’uso distorto e improprio che dello strumento disciplinare fanno alcune articolazioni periferiche di codesta Amministrazione per tacitare le istanze democratiche delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo di Polizia penitenziaria. Verifichi quanti procedimenti disciplinari risultano istruiti presso le commissioni periferiche, regionali e centrale ancora da dibattere, e le futili o abnormi motivazioni che in troppi casi ne hanno determinato l’adozione. Si renderà certo conto della strada fuorviante intrapresa dall’ Amministrazione che, se non sarà immediatamente cambiata, non risolverà i problemi oggettivi messi sul tappeto e provocherà, invece, effetti controproducenti ai fini del responsabile coinvolgimento e della motivazione del personale di Polizia penitenziaria, nella difficile situazione che attraversa l’intero sistema penitenziario. Per questo, la Fp Cgil reputa opportuno invitarLa ad esaminare approfonditamente la questione e le cause che l’ hanno generata, auspicando che con consapevole e reciproco senso di responsabilità, si possa riportare la vicenda al suo alveo naturale, ovvero al confronto con le rappresentanze sindacali del personale, annullando gli effetti perversi indotti dai procedimenti disciplinari in itinere.
Cordiali saluti
p. la FP CGIL Nazionale Il Coordinatore nazionale Polizia Penitenziaria Francesco QUINTI
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