Toscana |
e, p.c.
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Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra Al Direttore della Direzione Generale del Personale e della Formazione Dr. Gaspare Sparacia Al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la Regione Toscana Dr. Massimo De Pascalis
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Firenze, 20 febbraio 2004 Prot.n. 65/4.3b |
Al Coordinatore Nazionale FP CGIL Pol.Pen. Francesco Quinti | |||
Oggetto : Mobilità d’Ufficio di n.300 unità. |
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Egregio Presidente, come già rappresentatoLe in precedenti e specifiche note, la situazione organica del personale di Polizia Penitenziaria della Regione Toscana non gode di ottima salute. Però in questi giorni, apprendiamo leggendo la nota n. 0054000-2004 del 12.02.2004, riguardante quanto in oggetto indicato, che la Regione Toscana evidentemente per il Direttore Generale del Personale Dr. Gaspare Sparacia, sta meglio rispetto alle Regioni: Emilia, Liguria, Lombardia, Veneto e Piemonte. Infatti, in tale nota che dovrebbe riguardare la mobilità di personale dalle sedi del Sud a quelle del Nord, il Direttore Generale del Personale ha dimenticato d’inserire la Toscana. Sicuramente quelle regioni come la Toscana vivono lo stesso malessere ma a quelle regioni a differenza della Toscana il Dipartimento glielo riconosce. Consapevoli, purtroppo, che l’Amministrazione non sarà in grado di risolvere i problemi nostri e di quelle regioni, gradiremmo perlomeno una maggiore attenzione, sensibilità e rispetto verso chi quotidianamente deve convivere con quel disagio e con molti altri, quali quelli di operare in Istituti “sovraffollati” e in strutture obsolete. Cogliamo l’occasione per evidenziare che la nostra Regione è sicuramente fra quelle che ospitano un numero di detenuti ben superiore a quello previsto per le strutture esistenti nel territorio, strutture, come citato, in alcuni casi al limite della decenza strutturale, basti pensare a quella di Porto Azzurro. Sarebbe auspicabile che il Dipartimento oltre a ricordarsi di chi opera negli Istituti della Toscana, iniziasse a prevedere una politica di alleggerimento della popolazione detenuta, rispettando la capienza prevista al momento della loro costruzione, questo percorso potrebbe alleviare molti problemi ai lavoratori del settore, Polizia Penitenziaria, Ministeriali e tutte le altre categorie che vi operano. Gli operatori penitenziari della Toscana e gli stessi utenti meriterebbero maggiore attenzione e sensibilità da parte di coloro che si trovano a ricoprire importanti e delicati incarichi all’interno dell’Amministrazione Penitenziaria, ricordandosi anche dei sacrosanti diritti del personale e dei cittadini. Auspicando che vi sia almeno la sensibilità di una risposta a quanto rappresentato, è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.
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