Roma  6.04.2004

Al Capo del DGM Pres. R. Priore

 

Oggetto :

problematiche Dipartimento Giustizia Minorile

 

 

 

La scrivente O.S. si è impegnata negli ultimi anni a sostegno della costituzione del Dipartimento Giustizia Minorile, attivandosi per superare gli ostacoli che via via si frapponevano e condividendo sin dall’inizio l’idea che tale struttura dipartimentale avrebbe meglio consentito il raggiungimento degli obiettivi istituzionali, anche grazie a una più ampia autonomia organizzativa.

 

Allo stesso tempo si è condivisa l’ipotesi che ciò consentisse un maggior consolidamento della professionalità acquisita negli anni dai lavoratori minorili, sia del comparto ministeri sia della sicurezza.

 

A quattro anni dalla effettiva costituzione del DGM, dobbiamo constatare che, pur in presenza di apprezzabili sforzi orientati a strutturare un positivo rapporto con le organizzazioni sindacali sulle questioni che riguardano il lavoro e le professionalità, sensibilità, queste, che hanno permesso una corretta e compiuta applicazione del contratto in questo Dipartimento, molte speranze sono andate disattese.

 

Ci riferiamo, nello specifico a due ordini di questioni. La prima riguarda più da vicino sia le politiche del Ministro sulla Giustizia Minorile, soprattutto rispetto ai forti tagli operati dalle recenti leggi finanziarie, sia la capacità del DGM di opporsi con forza a questa dissennata attività di destrutturazione condotta dal Guardasigilli: negli ultimi tre anni (2002-2004) il budget è progressivamente e drasticamente diminuito, fino a divenire, nei principali capitoli di bilancio, meno del 50% del budget del 2001. Si tratta, com’è noto, dei capitoli relativi al funzionamento delle strutture e di quelli relativi alle spese per il mantenimento, per il trattamento e per i progetti educativi dei minorenni dell’area penale.

 

La seconda, invece, riguarda più da vicino le responsabilità del Dipartimento della Giustizia Minorile 

 

Nello specifico la Fp Cgil avverte punti di sofferenza sia sulle politiche di intervento per i minori, sia sulle politiche sul personale.

 

Sul primo aspetto , il giudizio della Fp Cgil è che manca quel chiaro quadro di riferimento sulle politiche istituzionali necessario in settori così delicati quali quello della Giustizia Minorile.

 

Mai, ad esempio, il sindacato è stato coinvolto in una discussione sulle modalità di intervento per i minori, sui rapporti che dovrebbero strutturarsi con il territorio, con l’associazionismo ed il volontariato; mai il sindacato è stato soggetto attivo in un confronto che toccasse temi quali quello dell’attività trattamentale intramuraria e dei progetti educativi e di reinserimento.

 

E l’assenza di un tavolo di discussione e di approfondimento su questi temi, che si è tradotta in una mancanza di direttive certe e leggibili verso il territorio,  sta ingenerando una vera e propria sensazione di abbandono nei dirigenti del Centri per la Giustizia Minorile e nei direttori degli IPM oltre che, ovviamente, nei lavoratori tutti 

 

Sul secondo punto, invece, le necessità che si avvertono sono le seguenti:

 

  • deve essere accelerato il processo di individuazione delle dotazioni organiche del personale della Giustizia Minorile.
  • deve essere affrontata e risolta la questione della mobilità temporanea del personale, con particolare riferimento al Corpo della Polizia penitenziaria e più specificatamente dei distacchi da sedi del Nord a quelle del centro Sud; su questo particolare aspetto v’è l’esigenza di recuperare velocemente gli effetti e i guasti provocati dalla precedente gestione della Direzione Generale del Personale che mai ha inteso, ad esempio, adottare sulla mobilità temporanea del personale di Polizia penitenziaria le previsioni contrattuali che impongo trasparenza e certezza del diritto degli operatori.
  • deve essere strutturato un confronto più puntuale e partecipato sulle questioni che riguardano la dirigenza e gli assetti organizzativi del DGM; due gli esempi che possiamo avanzare a riguardo. Il primo è relativo  alle modifiche nell’attribuzione delle diverse “fasce” (A, B, C) agli uffici dirigenziali, senza alcuna informativa alle OO.SS; questo mancato coinvolgimento del sindacato non ha favorito la comprensione su come è stato strutturato il rapporto tra attribuzione della fascia e responsabilità del dirigente a capo di quell’ufficio. Risultano tuttora incomprensibili i criteri che hanno prodotto una diversificazione nell’attribuzione delle fasce fra i Centri di Giustizia Minorile. Il secondo è relativo al rincorrersi di voci circa una possibile modifica del cosiddetto decreto Fassino sull’articolazione organizzativa del DGM.
  • Accanto a ciò avvertiamo l’esigenza di chiarire il perché di alcune scelte relative al concorso, interno e pubblico, per l’accesso alla dirigenza; giungono notizie di un’interpretazione distorta del decreto legislativo 146/2000  che ha portato, almeno secondo le notizie in nostro possesso, all’assunzione di nuovi dirigenti utilizzando la graduatoria del concorso pubblico contrariamente a quanto lo stesso Decreto prevedeva.

 

Questa O.S., quindi, giudica opportuno che su queste questioni si avvii un tavolo di confronto.

Distinti saluti.

                                                                                             

 p. la Fp Cgil Nazionale

                                                                                                  Fabrizio Rossetti