Al Capo del Dipartimento Giustizia Minorile Pres. Rosario Priore

  Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione Pubblica

 

Prot.n. CM297/200

del  22.09.2004

Alla Corte dei Conti

 

Istituzione nuovi Centri Giustizia Minorile

 

 

Egregio Presidente

 

questa organizzazione sindacale ha appreso di alcuni provvedimenti, dalle caratteristiche ignote, tesi a costituire tre nuovi centri per la Giustizia Minorile, in Liguria, nel Trentino Alto Adige ed in Abruzzo.

 Questi decreti, già vistati dal Ministro della Giustizia On. Roberto Castelli, sarebbero ora al visto della Corte dei Conti.

         Una decisione importante come questa, è appena il caso di ricordarlo a Lei, si inserisce in una situazione nella quale, a causa dei tagli di bilancio operati dal governo su quasi tutti i capitoli di spesa della giustizia minorile – circa il 30% nel 2002 e lo stesso nel 2003 – l’intero Dipartimento è attraversato da una crisi economica gravissima con svariate posizioni debitorie difficili da soddisfare.

          La costituzione di un Centro per la Giustizia Minorile necessita di risorse economiche e di personale di cui oggi il suo Dipartimento non dispone se non a costo  di sottrarle a quei  Servizi che operano a favore dei minori sottoposti a procedimento penale e a loro affidati dall’autorità Giudiziaria. E ciò proprio nel momento in cui cresce il loro debito, specie sui capitoli destinati alle relative spese di mantenimento.

          L’istituzione di nuovi Centri, poi,  necessita di personale ad esso assegnato (almeno un dirigente, un ragioniere, due addetti alla segreteria, due al servizio tecnico, un autista, un centralinista, etc.) e abbisogna, inoltre, di un investimento di risorse economiche per l’affitto della sede e per il mantenimento della stessa.

          Non sembra, pertanto,  che tale provvedimento, che il Ministro avrebbe già firmato, risponda a quei criteri di economicità, di efficacia ed efficienza che dovrebbero informare il comportamento di chi  gestisce la Cosa Pubblica.

C’è poi un altro ordine di motivi riferibili, invece, all’ opportunità stessa di attivare tre nuovi Centri in relazione alla entità del fenomeno della devianza minorile presente nelle singole regioni interessate.

 Il caso più eclatante riguarda certamente il Trentino Alto Adige: nel 2003 in questa Regione sono stati operati n. 6 arresti (mediamente 1 ogni 2 mesi), nei confronti dei quali l’Autorità Giudiziaria minorile non ha ritenuto di dover disporre la custodia cautelare in alcun caso.

A confronto dei dati sopra riportati, l’Abruzzo, con i suoi 36 arresti nell’anno 2003, sembrerebbe una regione “ad alto tasso di devianza”, eppure i 36 arresti rappresentano appena l’1% del dato nazionale.

         Tale  provvedimento, quindi, oltre ad essere contrario alle regole di buona amministrazione perché estremamente dispendioso, appare anche immotivato perché, almeno per il Trentino e l’Abruzzo,  non è supportato da nessun bisogno di investire altre risorse, oltre quelle già esistenti, nel contrasto ad un fenomeno che oggi appare, in quelle realtà,  appena rilevabile.

         Sorge, pertanto, il legittimo sospetto che la decisione in esame sia stata dettata da esigenze del tutto interne all’Amministrazione.

         Più che al bisogno di contrastare e prevenire la delinquenza minorile in regioni afflitte da tale problema  sembra che l’istituzione dei tre nuovi centri risponda al solo bisogno di individuare, per  coprirli, posti di livello dirigenziale.

         Questa lettura è facilitata da insistenti notizie circa il fatto che l’Amministrazione della Giustizia Minorile voglia assumere tre nuovi dirigenti attingendo dalla graduatoria degli idonei del concorso indetto ai sensi dell’art. 5, comma a) del decreto leg.vo 21 maggio 2000, n. 146

 E ciò in palese violazione del successivo art. 6 che dispone, per le vacanze di posti che si sarebbero determinate anche in sede di periodica ridefinizione degli uffici, l’applicazione  delle procedure di cui al comma 4” (concorso pubblico).

     Una possibile interpretazione  di quel concorso come pubblico  apparirebbe non solo stravagante, ma anche illegittima e, almeno  per la Fp Cgil, sarebbe oggetto di giuste controversie giudiziarie.

      La Fp Cgil, quindi, la invita formalmente a recedere dall’istituire nuovi centri per la Giustizia Minorile, almeno per il Trentino e l’Abruzzo, perchè quest’operazione è assolutamente contraria alle regole della buona amministrazione, dispendiosa e priva  delle  ragioni di necessità che dovrebbero sostenere un provvedimento così importante.

         Si concentri, egregio Presidente, invece, sui gravissimi problemi che attraversano il Dipartimento che Lei Amministra: dalla mancata individuazione delle dotazioni organiche del personale della Giustizia alle questioni legate ai processi di mobilità temporanea della Polizia penitenziaria.

         Sia parte propulsiva nella definizione delle trattative sul FUA 2004 e per il nuovo Contratto Integrativo di Amministrazione e cerchi di evitare ulteriori tagli agli investimenti sulla Giustizia Minorile.

 Provi, almeno, a dare segnali di speranza agli operatori del suo Dipartimento, da troppo tempo stretti fra i tentativi di dismettere la  Giustizia Minorile, messi in campo dal Ministro Castelli, e la crisi economica e strutturale che tre leggi finanziarie hanno provocato in questo settore.

        

E risponda finalmente anche alle osservazioni che la Fp Cgil periodicamente le propone come, ad esempio, quelle contenute nella nota a Lei indirizzate il 6 Aprile u.s. tuttora inevasa.

        

 Distinti saluti.

                                                                                    

 

 p. la Fp Cgil Nazionale

                                                                                           Fabrizio Rossetti