Alle Segreterie regionali e territoriali FP

Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria

 

Prot.n. CS291/200

del  15.09.2004

Al Responsabile dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali Dr.ssa Pierina Conte

 

Comparto Sicurezza - riordino delle carriere.

 

 

            Care/i colleghe/i,

 

come preannunciato, il 7 settembre u.s. si è finalmente aperto il tavolo tecnico, Amministrazioni e OO.SS. del Comparto Sicurezza, sull’ipotesi di intervento normativo relativo agli ordinamenti professionali delle Forze di Polizia, c.d. riordino delle carriere.

Giudichiamo positivamente l’apertura del confronto preventivo sul tema, ottenuto anche in conseguenza della forte pressione esercitata dalla Fp Cgil sul Governo nei scorsi mesi.

Ciò nonostante, l’iniziativa assunta che, e forse opportuno ricordarlo, non ha natura contrattuale, non deve eludere le precise responsabilità del Governo e delle amministrazioni nella predisposizione di un progetto che, tenuto conto delle proposte e delle osservazioni di parte sindacale, deve dar luogo ad un disegno di legge delega di riordino del personale.

La Fp Cgil, quindi, sarà estremamente attenta nel verificare la volontà del Governo nell’assolvere a tale impegno, peraltro già previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del 2002, che deriva anche dall’ordine del giorno sulle carriere recentemente approvato alla Camera prima della pausa estiva, oltre che dall’esistenza nella legge finanziaria di quest’anno di uno specifico finanziamento, per quanto insufficiente, per l’attuazione di questo – almeno per la Fp Cgil – ambizioso progetto.  

            Come tutti sapete in questi ultimi tempi l’argomento è stato affrontato da più parti, anche con proposte di legge presentate da diversi esponenti parlamentari.

  L’indirizzo univoco di quelle proposte di riordino del personale, però, tendeva quasi esclusivamente ad omogeneizzare i trattamenti giuridici degli appartenenti al Comparto, a creare le condizioni per l’avanzamento di una qualifica tra quelle presenti nel ruolo e, infine, al transito nel ruolo superiore delle qualifiche apicali.

            Il riordino delle carriere dovrebbe saper anche cogliere invece, a giudizio della Fp Cgil, le aspettative del personale, tentare di coniugarle alle esigenze delle singole Amministrazioni e, più in generale, a quelle  dell’intero sistema sicurezza del Paese.

        Questa finalità, però, se estrapolata da un contesto più generale di trasformazione degli aspetti ordinamentali del Pubblico Impiego, oltre che di altri settori, rischierebbe di non essere raggiunta.

        Per questo la proposta che la Fp Cgil avanzerà all’Amministrazione penitenziaria e al tavolo tecnico, elaborata con il contributo delle rivendicazioni fatte pervenire dalle compagne e dai compagni delle strutture territoriali, ovviamente ancora soggetta ad ulteriori aggiornamenti qualora dovessero, nel frattempo, pervenire osservazioni/indicazioni diverse dal territorio, sarà basata su cinque punti principali, composti tenendo pure in considerazione gli aspetti normativi e ordinamentali che hanno già interessato altri Comparti pubblici come, ad esempio, i processi di riqualificazione del personale del Comparto Ministeri.

            

Nel merito:

 

1)     Le  carriere del personale del Corpo di Polizia penitenziaria dovrebbero essere sviluppate, a giudizio della Fp Cgil, all’interno di un sistema che si avvicini sempre più al modello ordinamentale esistente nei contratti del Pubblico Impiego. In buona sostanza tre grandi aree che riassumano le principali attività lavorative: esecutiva – direttiva– dirigenziale, rendendole compatibili con i sistemi gerarchici esistenti negli ordinamenti e rimodulando su quell’obiettivo i ruoli degli agenti/assistenti/sovrintendenti, degli Ispettori, e dei Commissari/dirigenti.

 

2)     Un ruolo esecutivo, quindi,  nel quale pensiamo debbano essere inserite le qualifiche da agente, come posizione iniziale d’ingresso nel Corpo, a sovrintendente capo. Questo ruolo base, risultato di un  accorpamento dei due ruoli esistenti, quello degli agenti ed assistenti e quello dei sovrintendenti, ovviamente dovrà prevedere nuovi meccanismi di avanzamento nelle qualifiche che, abrogando le procedure attualmente in uso per l’accesso al ruolo dei sovrintendenti,  devono tener conto della futura ricomposizione dei due ruoli. Giudichiamo necessario parametrare queste nuove possibilità su criteri quanto più oggettivi quali ad esempio l’anzianità e lo stato di servizio accompagnando questo nuovo percorso da un forte intervento formativo.

 

3)     Il ruolo degli ispettori,  nel quale, anche alla luce dell’alta professionalità conseguita e con riferimento al nuovo sistema dei crediti formativi riconosciuti dal sistema universitario italiano anche per i corsi di formazione per l’accesso al ruolo, collocare le attuali qualifiche di Ispettori. L’articolazione delle qualifiche in questo futuro ruolo intermedio e le modalità di progressione dovrebbe essere assunte avendo a riferimento l’esigenza, da un lato di semplificare e ridurre il numero delle qualifiche esistenti, e dall’altro il fatto che oggi, finalmente, il Corpo della Polizia penitenziaria ha i suoi commissari ( e presto la sua dirigenza) e che, quindi, è anacronistica e da superare la soglia di sbarramento operata dall’ordinamento fra la qualifica di Ispettore Capo e Ispettore Superiore. Ciò in quanto, non essendo più quello il ruolo apicale del Corpo di Polizia penitenziaria, viene meno, come anche per il ruolo dei sovrintendenti, l’esigenza di caratterizzarne l’accesso con le attuali procedure concorsuali. V’è poi, l’esigenza di omogeneizzare le modalità di progressione all’interno di questo ruolo con quelle delle altre forze di Polizia. In special modo c’è la necessità di ridurre di due anni (da sette a cinque) l’anzianità prevista per l’avanzamento alla qualifica di ispettore capo; Per gli attuali Ispettori superiori Sostituti Commissari, vanno aggiornati i meccanismi di avanzamento alla qualifica di Vice Commissario

 

4)     Il ruolo apicale, nel quale riuscire a valorizzare pienamente l’attuale personale direttivo del Corpo di Polizia penitenziaria ridefinendo tempi e modalità di costituzione della futura dirigenza. Questo futuro ruolo apicale, che va semplificato, ridotto nelle qualifiche e perequato a quelli corrispondenti della Polizia di Stato, oltre che pienamente contrattualizzate, dovrà avviarsi su un percorso finalizzato alla unificazione dei ruoli speciali ed ordinario, e dovrà, come già detto, creare le basi per un’altissima formazione professionale della futura dirigenza del Corpo;

 

5)     L’ipotesi di riordino dovrebbe tenere inoltre conto di una fase transitoria, nella quale riconoscere particolare attenzione alle anzianità e alle permanenze nei diversi ruoli, e deve saper rispondere al meglio ad alcune legittime esigenze del personale quali , ad esempio:

 

a)     la soppressione della qualifica di agente scelto e la contestuale riduzione dell’anzianità necessaria per il conseguimento della qualifica di assistente del Corpo di Polizia penitenziaria (da 10 anni a 5 anni);

b)     l’avanzamento di qualifica, previo adeguato percorso formativo, degli attuali assistenti capo e U.P.G.;

c)      l’avanzamento di qualifica, previo adeguato percorso formativo, degli attuali sovrintendenti;

d)     l’inquadramento dei sovrintendenti capo, previo adeguato percorso formativo, nella qualifica iniziale del ruolo degli ispettori;

e)     l’inquadramento degli ispettori superiori sostituti commissari, previo adeguato percorso formativo, nella qualifica iniziale del ruolo direttivo.

f)       l’avanzamento degli ispettori, previo adeguato percorso formativo, nella qualifica di ispettore capo;

g)     l’avanzamento degli ispettori capo, previo adeguato percorso formativo, nella qualifica di ispettore superiore;

h)    l’avanzamento degli ispettori superiori, previo adeguato percorso formativo, nella qualifica di ispettore superiore sostituto commissario.

 

E’ di tutta evidenza l’importanza che assumono le risorse e i tempi di attuazione di questo processo di riordino per il raggiungimento dello scopo e delle aspettative del personale. Per questo verificheremo, già con la prossima presentazione del disegno di legge finanziaria 2005, la concreta volontà del Governo di far fronte agli impegni presi.

Per quanto ci riguarda reputiamo questa un’occasione di riforma da non perdere per assicurare agli operatori della sicurezza dignità salariale e adeguata progressione in carriera, per un professione di assoluta rilevanza sociale, difficile e oltremodo impegnativa.

In conclusione, in attesa di ricevere eventuali ulteriori suggerimenti e/o proposte, sempre assolutamente apprezzate, vi comunichiamo che insieme a Cisl e Uil sulla questione abbiamo richiesto al DAP un’incontro propedeutico alla riunione tecnica che si è già concordato di organizzare in tempi brevi per passare ad un più dettagliato e approfondito confronto di merito.

Ovviamente vi terremo tempestivamente informati circa l’evolversi della vicenda.

Fraterni saluti                                                    

 

p. la FP CGIL Nazionale

                                                                                        Polizia penitenziaria

                                                                                          Francesco Quinti