Prot.n. CS273/200

del  7.09.2004

Alle Segreterie territoriali FP

 

Apertura confronto tecnico su riordino delle carriere

- Comparto Sicurezza -

                                                                        

 

               Care/i compagne/i

 

Si è aperto il tavolo tecnico, Amministrazioni e OO.SS. del comparto Sicurezza, sull’ipotesi di intervento normativo relativo agli ordinamenti professionali delle cinque Forze di Polizia del Paese. 

La riunione, dal carattere puramente interlocutorio, ha dato ufficialmente (e finalmente) avvio alla discussione sulle carriere

 Va ricordato come sia stato lo stesso Governo, in sede di rinnovo contrattuale 2002/2005, ad impegnarsi per un riordino delle carriere e come  la stessa legge finanziaria 2004 ha stanziato apposite risorse economiche.. Lo  stesso Parlamento ha approvato all’unanimità, non più di qualche settimana fa, un ordine del giorno che sollecitava l’Esecutivo a rispettare gli impegni assunti.

 In linea generale la Fp Cgil ha preliminarmente posto l’attenzione su alcuni aspetti relativi al metodo ed al merito del confronto:

 

METODO.

 

1.      v’è un principio di responsabilità che se non praticato correttamente rischia di rendere assolutamente vano qualsiasi ragionamento sul tema del riordino delle carriere: l’ordinamento nelle Forze di Polizia è materia di legge. Questo deve imporre alla discussione dei limiti ben definiti che sappiano rispondere appieno sia al bisogno di partecipazione  che promana dai lavoratori su scelte così delicate, sia al preciso dovere del Governo di sintetizzare, nel minor tempo possibile, gli esiti di un confronto propedeutico alla rapida emanazione di un disegno di legge. Non una discussione, insomma, che si trascini in una accademico quanto inconcludente esercizio dialettico, ma un confronto che entro tempi certi si concluda passando la palla al Governo per l’immediata emanazione dell’atto di legge

 

2.      va rapidamente verificato il livello di ambizione che questo intervento sugli ordinamenti si prefigge; un riordino delle carriere non può esaurirsi e giustificarsi con la sola esigenza, pur legittima, di omogeneizzare i trattamenti giuridici, ma deve saper cogliere, facendosene carico, le potenzialità di un intervento che risponda anche alle esigenze più complessive dell’intero sistema sicurezza del Paese

  

MERITO

 

1.      appare giusto, e quasi tutti gli interventi lo hanno confermato, parametrare la discussione osservando con attenzione ciò che è accaduto in questi anni nel mondo del lavoro pubblico dove, in un processo più generale di riforma della Amministrazioni, le questioni ordinamentali, in quel settore delegificate, hanno spesso accompagnato importanti processi di trasformazione del lavoro e di innalzamento della qualità dei servizi resi.

Nello specifico abbiamo posto l’attenzione su almeno tre questioni specifiche dalle quali partire:

 

a)     l’anacronistica dicotomia, negli ordinamenti delle Forze di Polizia, fra il ruolo degli Agenti/Assistenti e quello dei Sovrintendenti; hanno ancora ragione di esistere due ruoli, distinti e separati, ma entrambi parimenti riconducibili all’alveo dei cosiddetti ruoli esecutivi? Ragionare su come ricomporre questi due segmenti professionali, che già oggi hanno identiche caratteristiche, deve essere un punto nodale della discussione

b)     in conseguenza di ciò vanno prioritariamente riaggiornate funzioni e peculiarità del ruolo degli ispettori quale futuro punto di snodo fra i livelli di responsabilità riconducibili alla dirigenza e chi, concretamente, garantisce l’operatività delle forze di Polizia.

c)      vanno, infine, ricalibrati, rendendoli omogenei fra loro, i trattamenti giuridici del personale del ruolo dei Commissari e va affrontata e risolta la questione relativa alla piena contrattualizzazione della dirigenza.

d)     Accanto a ciò, nel  sottolineare nuovamente le potenzialità insite in  un possibile intervento normativo sugli ordinamenti, abbiamo posto l’accento sul tema della formazione professionale.

Riordinare le carriere delle cinque Forze di Polizia del Paese deve poter significare riqualificare l’azione di tutela e salvaguardia della sicurezza pubblica e ciò, se lo si condivide, deve poter passare attraverso un straordinario investimento sul terreno della formazione professionale degli operatori. Formazione professionale, quindi, quale strumento indispensabile per qualsivoglia operazione ordinamentale.

 

La riunione si è riaggiornata alla fine del mese. Nel frattempo, così come concordato in sede di confronto, non si escludono, anzi devono essere ricercati confronti con le singole amministrazione con l’obiettivo di rendere  più funzionale e veloce la ripresa della discussione.

 

Un’ultimissima amara considerazione riguarda il rinnovo contrattuale per il biennio economico 2004/2005: nessuno fra i sindacati che sottoscrissero la preintesa contrattuale di giugno se la sente più di rivendicare l’immediata applicazione di quel contratto; nessuno sente più il bisogno di rivendicarne l’esigibilità.

Anzi, cosa assurda sotto qualunque profilo, alcuni fra loro cominciano a dichiarare la indisponibilità alla definitiva sottoscrizione del contratto.

Ma non si era detto ai lavoratori in divisa che quello era il migliore  dei contratti possibili?

 

Fraterni saluti

 

 

                                                                                 

 

p. la Fp Cgil Nazionale

                                                                                     Comparto Sicurezza

                                                                                        Fabrizio Rossetti