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Alle Segreterie territoriali FP
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Prot.n. CS233/2004 del 16.07.2004 |
Ai Delegati Fp Cgil Area Forze di Polizia | |
Comparto Sicurezza: Un contratto che non c’è. Un riordino che c’è ( ma solo per i militari)
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Care/i compagne/i come voi ricorderete, la Fp Cgil , insieme a Cisl, Uil, Osapp, Silp Polizia di Stato e Cocer Forze Armate, non ha sottoscritto la preintesa sull’ipotesi di accordo contrattuale, biennio 2004-2005, per il personale del Comparto Sicurezza. Lo fece perché gli aumenti proposti dal Governo non garantivano né la difesa del potere d’acquisto dei salari né rispondevano in maniera adeguata alle esigenze di investire sul tema della sicurezza e dei lavoratori che la garantiscono. Denunciammo, inoltre, come quella trattativa contenesse in sè un vizio di fondo: l’esigenza del Governo di chiudere quell’accordo, a prescindere dal merito, in coincidenza con lo svolgimento delle elezioni europee 2004. E reputammo assolutamente inaffidabile anche l’impegno del Governo per una serie di interventi sugli ordinamenti professionali, fra i quali la promessa di un nuovo riordino delle carriere per tutte le Forze di Polizia. A più di un mese dall’intesa contrattuale la situazione è questa: v Non v’è assolutamente traccia di qualsivoglia discussione in Consiglio dei Ministri su quell’accordo; il Governo e i Ministri interessati sembrano aver dimenticato completamente quella preintesa contrattuale v Tre giorni fa il Senato della Repubblica ha approvato in prima lettura un disegno di legge che prevede il riordino delle carriere per il solo personale militare. A più di un mese dall’intesa contrattuale le domande sono: v Perché il Governo non approva quell’ipotesi di accordo? Forse perché passate le elezioni e verificata l’inadeguatezza delle risorse a disposizioni ha vergogna di presentarsi a questo mondo con aumenti salariali al limite dell’offesa? O forse perché si sono resi conto, anche sulla base dei dati elettorali, che quell’operazione di demagogia e di vuoto populismo non ha pagato? v E perché quei sindacati “autonomi” che hanno sottoscritto e magnificato quell’accordo non sentono minimamente il dovere di rivendicarne l’immediata applicazione? Forse perché anche per loro è difficile alla fine sostenere la bontà di un aumento che si risolve, come ormai tutti sanno, in circa 47 euro mensili lordi per un 5° livello? In gioco ci sono gli interessi concreti dei lavoratori del Comparto e giudichiamo necessario, perciò, esperire, a questo punto, ogni tentativo utile per riaprire quella trattativa con l’auspicio che anche chi a Giugno decise di sostenere i bisogni del Governo comprenda, finalmente, la necessità di rispondere ad altri bisogni: quelli dei lavoratori. Fraterni saluti.
p. la Fp Cgil Nazionale Comparto Sicurezza Fabrizio Rossetti
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