Al Direttore della Direzione Generale del Personale e della Formazione Dr. Gaspare Sparacia
Alle Segreterie regionali    Fp Cgil

Prot.n. 95 /2002  

del  12.07.2002

Ai delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia penitenziaria  

Oggetto : art. 11 D.P.R. 254/99 - Indennità accessoria servizi esterni personale di Polizia Penitenziaria.-

 

Signor Direttore,

pervengono a questa O.S. dall'intero territorio nazionale numerose doglianze circa la mancata retribuzione della predetta indennità - prevista dal vigente CCNL comparto sicurezza - al personale di Polizia penitenziaria impiegato nelle sale regia degli istituti penitenziari e nelle centrali operative di recente costituzione. Un trattamento che la Fp Cgil giudica iniquo e discriminante, frutto di una errata interpretazione della norma, che sta creando notevole disagio e forte malumore tra i lavoratori impiegati in quei servizi, i quali sollecitano il ricorso alla tutela legale. La previsione normativa richiamata, infatti, prevede espressamente la corresponsione della indennità a quel personale che esercita, tra l'altro, attività di vigilanza degli istituti penitenziari, dei servizi di traduzione e tutela della normativa in materia di comunicazioni, impiegato in turni e sulla base di ordini formali di servizio. Orbene, dal momento che quei compiti risultano alla Fp Cgil effettivamente espletati h. 24 dai poliziotti impegnati in quei servizi, peraltro supportati, ergo ancora visivamente più impegnati, nella loro faticosa e gravosissima attività, tra l'altro, anche dagli apparecchi di monitoraggio che costantemente sorvegliano gli ambienti detentivi e i perimetri esterni degli istituti di pena, non si capisce per quali oscuri motivi si continua ostinatamente a non voler riconoscere la corretta corresponsione di quella retribuzione che nelle intenzioni, oltretutto, è stata concepita proprio per compensare il grande disagio derivante da quel genere di incarichi. La Fp Cgil sul tema reputa la posizione dell'Amministrazione assolutamente inadeguata e in condivisibile, soprattutto perché giudica le motivazioni addotte a supporto della tesi sostenuta inconsistenti e prive di logica. La norma di riferimento esiste, il compenso per quei lavoratori è disciplinato, il DAP provveda a sanare l'incresciosa situazione. D'altra parte, disconoscere l'opera preziosa di quei poliziotti, negandogli il diritto alla retribuzione della prestazione comunque assicurata, al pari dei loro colleghi impegnati all'interno degli istituti, significa soprattutto, a giudizio della Fp Cgil, correre il rischio di invitare più o meno esplicitamente ed irresponsabilmente quei lavoratori all' esercizio della demotivazione. Siamo certi che le ragioni esposte a sostegno dell'argomento possano contribuire a stimolare una seria e responsabile riflessione in seno all'Amministrazione, che possa essere utilizzata per giungere a sancire, auspichiamo in maniera definitiva, il diritto di quel personale a vedersi riconosciuta la giusta retribuzione di quella indennità. Se così non fosse, però, la Fp Cgil si vedrà costretta a tutelare i propri iscritti investendo del problema il proprio ufficio legale.

Distinti saluti.

p. La FP CGIL Nazionale Polizia penitenziaria

Francesco Quinti