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Roma, 6 febbraio 2007
Al Ministro delle Politiche
Agricole e Forestali
E p.c. Al Ministro per le
Riforme e le Innovazioni
Egregio Ministro il Memorandum d’intesa appena sottoscritto affronta per la prima volta il complesso del lavoro pubblico riconoscendo in primo luogo la natura articolata e le tante specificità delle funzioni pubbliche, delle amministrazioni e dei servizi che lo compongono. Abbiamo reciprocamente convenuto sul valore centrale del lavoro pubblico sia sotto il profilo della garanzia di una piena disponibilità dei diritti di cittadinanza sia per quel che riguarda i riflessi che esso produce per l’economia del Paese; quel memorandum indica, fra le altre cose, l’esigenza di una profonda e radicale riorganizzazione del lavoro facendo leva sulla concorrenza di importantissimi interventi. In particolare, sulla “mobilità territoriale e funzionale” che abbiamo comunemente reputato fattore decisivo per una complessiva rimessa a funzionalità dell’azione pubblica, la discussione, lo ricorderà, è stata delicata e difficile; mai, però, il sindacato ha accarezzato l’idea di espungere questo tema dall’agenda degli interventi, convinti come siamo che anche su questo argomento debba svilupparsi un’azione sinergica fra Amministrazioni e sindacato, tesa prima di tutto a recuperare, all’interno delle singole attività lavorative, sbilanciamenti fra aree territoriali particolarmente depresse sotto il profilo delle dotazioni organiche e aree nelle quali il tema delle risorse umane a disposizione è, oggettivamente, meno sentito. Per il sindacato “favorire l’incontro” fra la domanda delle amministrazioni e le risorse umane a disposizione significa anche e soprattutto cogliere coerentemente qualsiasi occasione si presenti a riguardo. Questo indirizzo è sempre stato da noi sostenuto, ben prima che tanti “maestri dell’efficienza” affollassero un dibattito tanto acceso quanto strumentale. Abbiamo sempre puntato sui processi concreti. Uno di questi è rappresentato, ad esempio, dalle esigenze di utilizzo delle nuove risorse del Corpo Forestale dello Stato. In questo delicato settore di attività della Pubblica Amministrazione si è via via venuto a determinare, e non certo per responsabilità del Sindacato confederale, proprio quello sbilanciamento fra aree territoriali; carenze di organico al Nord, con punte “d’eccelenza” che superano il 50% del fabbisogno previsto, alle quali corrispondono realtà nelle quali v’è forte esubero rispetto alle dotazioni organiche previste. Tutto ciò certificato da Lei stesso nella recente festa nazionale del Corpo Forestale dello Stato, quando ha pubblicamente dichiarato, suscitando il nostro apprezzamento, l’esigenza di utilizzare, per un primo parziale riequilibrio di quello sbilanciamento, i circa 500 allievi agenti che in questi giorni stanno terminando il previsto corso di formazione professionale. Egregio Ministro Ad una situazione così apparentemente chiara e vincolante sembra, invece, stia per corrispondere la riproposizione di modalità e di interventi assolutamente contraddittori e, diciamo noi, anche offensivi e lesivi della dignità non solo di quel Memorandum, ma finanche di un normale senso logico. Sull’assegnazione di quei 500 agenti, sappiamo, si stanno giocando partite clientelari, di pressione politica ed istituzionale; si stanno, in estrema sintesi, orientando le stesse attenzioni moleste che nel recente passato hanno prodotto un insostenibile squilibrio fra i bisogni dell’Amministrazione e le risorse a disposizione. Non Le sfuggirà certamente come a questo punto le scelte che Lei adotterà su quella vicenda assumeranno un valore ed un significato che vanno ben oltre la Sua responsabilità politica di guida del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e chiameranno a coerenze l’insieme delle responsabilità governative . Spiace dopo appena qualche giorno dalla sottoscrizione di quel Memorandum avvertire gli stessi identici tentativi di incursione della politica nella gestione, distorta ed illegale, della cosa pubblica. Non è sostenibile in alcun modo tale dissociazione fra il pensiero e l’azione politica, soprattutto quando viene messa in gioco la reputazione e la dignità di un ruolo di rappresentanza collettiva degli interessi che in questo caso appartengono si al Sindacato, ma anche al Governo nella sua interezza. Auspichiamo, quindi, una stretta coerenza fra le dichiarazioni programmatiche, gli accordi sottoscritti e l’azione dei singoli Ministri e, nel caso specifico, non osiamo nemmeno immaginare una decisione diversa da quella che veda assegnato quel personale nelle aree territoriali per le quali lo stesso Ministero ha già dichiarato carenza. Siamo fiduciosi che Ella saprà decidere in coerenza con i bisogni conclamati del Corpo e con le responsabilità che derivano dagli impegni assunti dal Governo, tuttavia desideriamo informarLa che se ciò non si realizzasse, dovremo denunciare pubblicamente una lesione grave di intese così fortemente e giustamente sottolineate per il loro valore di riforma ed innovazione nella gestione delle Pubbliche Amministrazioni. Cordiali saluti
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