L'incontro di ieri all’Aran, per il rinnovo del CCNL 2004/2005 per il Comparto Stato, è stato negativo.

Ci sono state illustrate proposte che rimetterebbero in discussione l’accordo del 27 maggio a partire dalle decorrenze. Infatti l’Aran ha sostenuto che la Direttiva del Governo non consentirebbe una decorrenza anteriore al 1.01.2006, per la cosiddetta quota aggiuntiva, dello 0,7% il cui stanziamento deve essere definito in Finanziaria. Stessa decorrenza sarebbe indicata per un’altra quota, pari allo 0,18%, compresa nella parte già finanziata del 4,31%.
Inoltre, sono continuati i dubbi sulla quota da destinare al tabellare, in relazione alle ricadute sugli altri comparti.

Infine, l’Aran ci propone di spezzare in due l’accordo. Una parte riguardante il 4,31%, per la quale avviare le procedure di controllo, l’altra riguardante lo 0,7% da rendere operativa dopo l’approvazione della Finanziaria.

La nostra risposta è stata decisamente contraria a queste soluzioni. Non rimettiamo in discussione l’accordo del 27 maggio i tutti i suoi contenuti. Le decorrenze devono essere quelle naturali del biennio e il tabellare deve essere incrementato di 90 euro mensili.

L’intesa del 27 maggio l’abbiamo valutato positivamente per il suo complesso. Per questo ci siamo dichiarati contrari allo spacchettamento dell’accordo. Non possiamo rischiare che se ne realizzi solo una parte, non solo in termini di incremento ma, appunto, di come si distribuiscono le risorse e da quando decorrono gli aumenti. Queste preoccupazioni sono ancora più forti dopo la riunione di ieri.

Abbiamo chiesto all’Aran di non continuare a frapporre ostacoli nel negoziato e di presentarci, a tempi brevissimi, una proposta scritta in linea con l’accordo sottoscritto con il Governo. Se questo non dovesse accadere, valuteremo con CISL e UIL le iniziative da assumere per rinnovare il contratto scaduto da 21 mesi.

16 settembre 2005