ORDINE DEL GIORNO N. 5 

 UNA CGIL DEMOCRATICA E RAPPRESENTATIVA
 

       Nei luoghi di lavoro e nel 'immaginario collettivo nazionale la Cgil è espressione di rigore e democrazia; è riconosciuta sia per la capacità di svolgere il ruolo connesso alla funzione propria del sindacato sia per quello di rappresentare i bisogni dei lavoratori e quelli dei cittadini, costruendo percorsi di condivisione nei quali sia possibile riconoscersi e partecipare. La nostra organizzazione, nell'operare la critica radicale dell'attuale mode lo economico e sociale fondato sul primato del mercato sulla politica, è impegnata nella ricerca di modelli di sviluppo alternativi, che al centro abbiano lo sviluppo della persona e la qualità della vita e 'ambiente. Da tale ricerca è necessario partire per condividere un percorso comune con le diverse forze politiche. Riteniamo sia indispensabile operare alcune riflessioni sulla nostra organizzazione per dare, da un lato continuità al nostro impegno per la difesa dei diritti del lavoro e di cittadinanza, dall'altro declinare nell'azione sindacale gi obiettivi che la Cgil si pone con il documento congressuale. Tali obiettivi esigono politiche organizzative coerenti con l'impianto programmatico. Non solo in relazione alla sua forma, e quindi all'articolazione organizzativa della rappresentanza, ma anche in riferimento alle modalità di valutazione, rappresentatività e crescita degli organismi dirigenti. Elementi, questi, che determinano l'efficacia e il futuro stesso della nostra organizzazione. Per tali ragioni la valorizzazione delle differenze deve costituire un elemento acquisito all'interno dell'organizzazione mentre la caratterizzazione democratica impone l'impegno nella costruzione di uno spazio eterogeneo dove siano ricercate e praticate politiche di pari opportunità. Per pari opportunità intendiamo uguali possibilità di accesso e di percorso militante a tutti coloro che si misurano con l'agire sindacale, senza alcuna discriminazione di genere, etnia, cultura e credo religioso.

       La politica dei quadri, la oro formazione e la socializzazione organizzativa sono temi centrali, fondamentali per garantire il ricambio interno e per affrontare la complessità. In tale direziono, crediamo che - nonostante la crescita della rappresentanza sindacale e politica della nostra organizzazione - all'interno dì questa non sia ancora espressa lo complessità sociale. Stentiamo ad interagire con il cambiamento del a composizione del lavoro dipendente, precari, immigrati, giovani. La scarsa presenza delle giovani generazioni, soprattutto negli organismi dirigenti, è determinata da molti fattori fra i quali io nostra difficoltà a trasmettere il valore della nostra funzione. Oggi sia nella politica che nel sindacato è aumentata l'età media di dirigenti e di membri degli organismi direttivi. Se manca l'apporto delle giovani generazioni l'esistenze stessa del sindacato è posta in discussione. Per tali ragioni, sul piano organizzativo, vanno ricercate quelle scelte che mirino alla crescita ed alla valorizzazione dei giovani, attivando quelle iniziative che stimolino la loro presenza nelle sedi sindacali. La rappresentanza del lavoro precario, particolarmente diffuso tra le giovani generazioni, è fondamentale per l'opera di ricomposizione del lavoro ma non può essere appannaggio di articolazioni organizzative che stigmatizzano l'idea della precarietà. In tal senso occorre rivedere strategicamente le forme di rappresentanza del lavoro precario, occorre rilanciare la confederalità e la sinergia intercategoriale, sarà opportuno ridurre la frammentazione delle tipologie di lavoro a favore di soluzioni che potrebbero determinare anche diversi assetti organizzativi. L'azione di contrasto all'instabilità lavorativa deve essere assunta come priorità di tutta la Cgil e posta nell'agenda politica dei futuri governi.

       La burocratizzazione dell'attività sindacale è determinata dall'omologazione della nostra stessa funzione che, invece, richiede la cura continua della tensione ideale e della conoscenza formale. Per ovviare a tale rischio occorre un forte investimento nella socializzazione dei valori che ci contraddistinguono. Per migliorare la rappresentanza serve un salto di qualità, dato dalla necessaria apertura verso la società civile, in termini politici ed organizzativi. E' indispensabile che il confronto con il territorio e i suoi soggetti di rappresentanza, le istituzioni e le realtà produttive diventi la priorità dell'azione sindacale. Solamente attraverso la riappropriazione del rapporto con il territorio sarà possibile operare la trasformazione sociale connaturata alla nostra essenza. Su! versante della rappresentanza politica crediamo che i pluralismi che sostengono il confronto interno all'organizzazione siano funzionali a rendere il dibattito più articolato e democratico. Tuttavia, la garanzia del pluralismo codificato (legato alle forme tradizionali dell'appartenenza partitica), non può compromettere la valorizzazione di esperienze parallele e quindi negare lo spazio necessario ad un pluralismo sostanziale, derivante dalle dinamiche sociali. Il riferimento formale a componenti partitiche nella formazione delle segreterie e degli organismi dirigenti rischia di pregiudicare la valorizzazione delle soggettività portatrici di culture alternative. La composizione degli organismi dirigenti è un fatto democratico e quindi deve sottendere la discussione interna all'organizzazione. Il venir meno del necessario dibattito è spesso legato a logiche di mediazione, poco funzionali alle strategie organizzative e di fon-nazione dei quadri dirigenti. Crediamo che nella costituzione a quaisiasi livello degli organismi dirigenti, apparati, segreterie e servizi, sia fondamentale tenere conto delle strategìe organizzative in un ottica di prospettiva, ricercando l'ottimizzazione e la piena valorizzazione delie risorse presenti. Improntare esclusivamente le strategie organizzative alle soggettività presenti, rischia di appesantire alcuni processi o di allocare compagne e compagni in maniera poco rispondente ai loro stessi bisogni e a quelli dell'organizzazione, ostacolando in tal modo le tensioni innovative e pregiudicando l'efficacia dell'opera di rappresentanza. A tale proposito è auspicabile che ciascuno di coloro che hanno scelto di lavorare in Cgil mantenga quel virtuoso legame con la propria precedente esperienza lavorativa affinché il rientro, alla scadenza del mandato o per il venir meno delle motivazioni della scelta sindacale rappresenti un naturale epilogo del suo impegno umano e professionale.

Presentato dal Veneto

Viterbo 16.02.2006