ORDINE DEL
GIORNO N.3
TAV
Il tema delle
grandi opere infrastrutturali sta attraversando i militanti
della Cgil e l'insieme del Paese per le questioni di
grandissima rilevanza che vengono chiamate in causa.
Si deve inoltre
registrare l'enorme contraddizione evidenziata da un lato da
un Paese come l'Italia che necessita di interventi urgenti
volti a recuperare inefficienze, disservizi, squilibri,
dall'altro da un Governo che nella maggior parte dei casi
tenta di imporre scelte palesemente negative o fortemente
discutibili e controverse, sulla base dell'unica logica
apparente di favorire le grandi imprese del settore. Da questo
punto di vista, le situazioni più gravi e recenti sono quelle
relative ai progetti del ponte sullo Stretto di Messina e
della linea TAV-TAC Torino-Lione con il relativo tunnel di 54
km.
A far crescere,
anche nella Cgil, l'attenzione sul tema, hanno positivamente
contribuito le estese iniziative di mobilitazione delle
popolazioni coinvolte.
La FP Cgil
ribadisce in linea generale che nella progettazione e
realizzazione delle grandi opere infrastrutturali non si può
prescindere dallo studio e valutazione attenta dei seguenti
fattori:
• impatto
ambientale complessivo, inteso sia come realtà naturale sia
come ambito sociale
• problemi di
salute e sicurezza per gli utenti delle opere e prima ancora
per le popolazioni direttamente coinvolte nella realizzazione
•
sostenibilità economica, intesa quale rapporto tra le modalità
e l'entità degli investimenti richiesti ed il reale ritorno
economico ed utilità complessiva
• affidabilità
delle imprese impiegate nella realizzazione, con particolare
attenzione al rischio di coinvolgimento di imprese collegate o
controllate dalla criminalità organizzata
Sulla base di
una valutazione dei suddetti elementi, la FP Cgil condivide il
giudizio negativo circa il progetto del ponte sullo Stretto,
opera per la quale, oltre al dato negativo sulla sostenibilità
economica, ambientale e sociale, si aggiungono forti dubbi
sulla fattibilità tecnica, la considerazione di essere
inserita in un contesto che presenta ben altre priorità, la
certezza di pesanti infiltrazioni della criminalità
organizzata dalla progettazione alla fase esecutiva.
Relativamente al
progetto della linea TAV-TAC Torino-Lione, la FP Cgil esprime
innanzitutto solidarietà alla popolazione della Valle di Susa,
che dovuto sopportare nei mesi scorsi il tentativo di imporre
forzatamente l'avvio dei lavori preliminari, anche con una
vera e propria militarizzazione del territorio ed il ricorso
ad atti di inaudita ed ingiustificata violenza. Si tratta di
un'ennesima dimostrazione di quanto questo Governo sia nemico
della partecipazione democratica.
Il progetto
dell'alta velocità non essere imposto dall'alto, tanto più se
preventivamente non si è dato tutto lo spazio necessario alla
verifica delle sue finalità e della pericolosità dello stesso,
in relazione al quale, in un ecosistema già così pesantemente
compromesso come quello della Valle di Susa, la costruzione di
un'opera di queste proporzioni potrebbe provocare danni
irreversibili all'ambiente montano e gravi conseguenze alle
condizioni di vita delle popolazioni residenti.
La tregua
nell'avvio dei lavori, conseguente alle grandi iniziative di
mobilitazione dell'intera popolazione, va giudicata
positivamente, ad alcune condizioni: che vi sia una vera
volontà di apertura, di ascolto e di approfondimento delle
ragioni espresse dalle popolazioni della Valle; che si
garantisca la partecipazione nelle sedi congiunte di tecnici
nominati dalle amministrazioni valsusine; che ci sia la reale
possibilità di valutare con pari dignità le ipotesi di
progetto alternativo che il territorio da tempo ha promosso.
Si stanno registrando ritardi preoccupanti, e la tregua dovrà
essere protratta per tutto i! tempo necessario ad esperire i
necessari approfondimenti e ricercare soluzioni condivise.
La Fp Cgil
affianca e sostiene la mobilitazione delle lavoratrici, dei
lavoratori e delle popolazioni coinvolte per garantire il
rispetto delle più elementari garanzie democratiche, che non
devono mai venire meno indipendentemente dalla
valutazione di merito sull'opera.
|